«I soldi delle famiglie per la vigilanza contro i furti a scuola»

iltirreno

Cronaca

27 aprile 2016

«I soldi delle famiglie per la vigilanza contro i furti a scuola»

Patanè, presidente del consiglio d’istituto delle Raffaello: “Il Comune di Pistoia ha sospeso il servizio, usiamo i contributi volontari”

PISTOIA. L’ultimo caso la scorsa settimana, alla scuola elementare di Bonelle. «La nuova Lim (Lavagna interattiva multimediale) era impacchettata. Forse non hanno capito cos’era, e non è stata rubata».

Sono frequenti le effrazioni notturne nelle scuole, soprattutto a ridosso dei fine settimana. Un problema che ha avuto il suo culmine a gennaio dello scorso anno, quando dalla scuola media Raffaello furono rubati 18 computer, ricomprati grazie alla generosità di alcuni privati e della Fondazione Caript. Negli ultimi mesi sono state invece sette le effrazioni alla scuola materna Bertocci. Più ingenti i danni provocati dai danneggiamenti a porte e serramenti esterni che non il ricavato dei furti: i pochi spiccioli delle macchinette che distribuiscono bibite e snack (e l’ultima volta nemmeno quelli, visto che la preside ha fatto sostituire i distributori a monete con quelli che funzionano solo con le chiavine).

Di fronte a una situazione che provoca frustrazione nelle famiglie e preoccupazione nel corpo scolastico Salvatore Patanè, presidente del consiglio d’istituto del Comprensivo Raffaello e consigliere comunale di Pistoria 1117 lancia una proposta: «Chiederò ai presidenti dei consiglio d’istituto di destinare parte del contributo volontario delle famiglie al pronto intervento della vigilanza privata». Denaro che verrebbe tolto da iniziative culturali o altri aiuti alle scuole. «In cambio di una maggiore sicurezza ai luoghi dove studiano i nostri figli».

Nel 2014, a causa della contrazione delle risorse disponibili, il Comune ha sospeso la convenzione per il servizio di vigilanza in 63 scuole pubbliche. «La sicurezza è tra le nostre priorità – afferma Elena Bechesi, assessore all’istruzione – Siamo sempre intervenuti tempestivamente per limitare al massimo i disagi causati dalle incursioni di estranei. Fin dal primo episodio ci siamo messi in contatto con le forze dell’ordine per segnalare gli edifici più isolati e quindi più a rischio, così da prevedere un flusso di controllo maggiore rispetto all’ordinario». Becheri ricorda l’importanza del Patto per la sicurezza e il decoro urbano, firmato nel dicembre del 2015 dal prefetto Angelo Ciuni e dal sindaco Samuele Bertinelli. «Questo protocollo rappresenta uno strumento strategico per il territorio, perché tende a rafforzare i controlli e a instaurare una vera e propria collaborazione tra amministrazione, istituti scolastici e forze dell’ordine, anche attraverso l’adesione al servizio di teleallarme e pronto intervento». Sono stati inviati a ogni dirigente scolastico, ricorda l’assessore, i moduli per richiedere il pronto intervento delle forze dell’ordine, attraverso il collegamento del sistema d’allarme con le sale operative.

«Visto che le forze dell’ordine non possono avere le chiavi dell’edificio – afferma Patanè – probabilmente il Comune propone la nomina di un referente della scuole che si renda disponibile in casi di effrazione. Niente del genere è previsto nei contratti di lavoro. Credo sarebbe più opportuno scegliere qualcuno del Cantiere comunale, che avrebbe anche titolo per essere in possesso delle chiavi. Costa più, al Comune, riparare i danni che quanto rubano questi ladruncoli nei singoli colpi.

Proporrò che le scuole destinino parte dei contributi volontari delle famiglie al pronto intervento, ma a mio parere l’amministrazione dovrebbe farsi carico di un sistema di sicurezza basato su videocamere a circuito chiuso, collegato con le centrali operative, e magari con fari dotati di sensori di presenza nelle vicinanze dei varchi d’accesso. Sarebbe una buona partenza».

Tiziana Gori

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