Contratti al palo: in 45 mila pronti a scendere in piazza

altoadige

Cronaca

1 aprile 2016

Contratti al palo: in 45 mila pronti a scendere in piazza

Sulla corda da anni i lavoratori di settori come pulizie, servizi, vigilanza e turismo Chi fa tempo pieno guadagna 1.300 euro lordi, per i part time previsti 4-500 euro

di Massimiliano Bona

BOLZANO. Sono oltre 45 mila i lavoratori altoatesini di settori chiave (turismo, pulizie, multiservizi, vigilanza privata ma anche commercio) pronti a salire sulle barricate per il rinnovo dei contratti collettivi scaduti da tempo. La partita, che potrebbe anche sfociare in una clamorosa manifestazione in primavera, si sta giocando sia a livello locale che nazionale. «Siamo in un momento delicato e complesso – ammette il segretario provinciale della categoria commercio, turismo e servizi della Cgil Maurizio Surian – con una lunga serie di contratti collettivi al palo da tempo e per i quali la trattativa è ancora tutta in salita».

E si tratta di professioni che, per il tempo pieno, prevedono fino ad un massimo di 1.300 euro lordi al mese, ma ci sono ambiti (come le pulizie) in cui per i part time si incassano dai 400 ai 500 euro lordi mensili.

Turismo. In questo caso si parla di 38.400 addetti ed è stata rinnovata a livello contrattuale solo la parte che fa capo a Federalberghi e disciplina, appunto, hotel e pubblici esercizi. La parte che interessa invece la cosiddetta «ristorazione collettiva», ovvero le mense, è scaduta da 33 mesi e la trattativa è ad un punto morto. L’ultimo sciopero indetto è quello del 5 febbraio scorso. Il maggior numero di addetti è inquadrato al sesto livello. La paga oraria è di 7,56 euro, mentre lo stipendio lordo mensile per un tempo pieno è di 1.300 euro. Ci sono molti part time, è richiesta grande flessibilità oraria e gli stipendi sono piuttosto bassi.

Pulizie. Il contratto dell’artigianato scadrà a fine 2016, ma la maggior parte degli addetti in Alto Adige è inquadrata nell’ambito dei servizi di pulizia dell’industria e multiservizi, il cui contratto collettivo è scaduto il 30 aprile 2013. È tutto fermo da 34 mesi. La paga oraria è di 6,80 euro e ci sono molte forme contrattuali sotto soglia, ovvero inferiori alle 14 ore settimanali. Ciò significa buste paga molto basse, dai 400 ai 500 euro lordi. «Il livello più basso, in genere il secondo, – spiega Elena Fabiani, addetta stampa della Cgil altoatesina – è quello più gettonato e corrisponde per un tempo pieno a 1.183 euro lordi».

Vigilanza privata. Gli operatori in questo caso sono 300 e il contratto è scaduto alla fine del 2015. La paga base non è altissima e si aggira attorno ai 1.200 euro lordi.

Terme. Questo contratto è scaduto nel 2011 ma in Alto Adige è un settore tutto sommato di nicchia. La paga base è di 1.250 euro.

Commercio. Critica anche la situazione nel commercio. «Nella trattativa intrapresa con Federdistribuzione – sottolinea Maurizio Surian – stiamo facendo una sorta di percorso ad ostacoli. Ci confrontiamo con grandi aziende come Metro, Zara, Oviesse ed Aspiag, che impiegano alcune migliaia di lavoratori. Il presupposto per chiudere per Federdistribuzione è la derogabilitá della contrattazione di secondo livello, che riteniamo inaccettabile. Siamo consapevoli delle difficoltà del momento, ma non possiamo accettare proposte che continuino a peggiorare le condizioni di lavoro. Il contratto nazionale non si fa risparmiando sui costi, ma valorizzando e rispettando il lavoro». La trattativa è ripresa di recente e sono stati offerti 85 euro di aumento, la stessa cifra prevista dal rinnovo con Confcommercio. Restano le distanze sulla determinazione del salario e sui termini di decorrenza e durata.

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Contratti al palo: in 45 mila pronti a scendere in piazzaultima modifica: 2016-04-02T12:00:36+02:00da sagittario290