Guardie giurate, spuntano i due pesi e le due misure

iltirreno

Cronaca

21 febbraio 2016

IL CASO

Guardie giurate, spuntano i due pesi e le due misure

Lo sfogo contro il Corpo Guardie di Città da parte di un concorrente: “Bizzarri Ollandini graziato, io costretto a chiudere”

di Cristiano Marcacci

PISA. In provincia di Pisa vengono utilizzati due pesi e due misure. C’è chi viene in parte graziato e chi viene subito condannato senza possibilità di appello. La pensa così Helmut Kaldewey, ex titolare dell’istituto di vigilanza privata “Secure K Defensor Corpo di Vigilianza Privata” di Navacchio. Scriviamo “ex” perché Kaldewey è stato costretto a cambiare lavoro, la sua azienda è stata fatta chiudere nel luglio 2010 dalla Prefettura di Pisa, in seguito alle violazioni che a suo tempo la Questura di Pisa, sulla base dei suoi innumerevoli controlli, contestò al signor Kaldewey, accusato dall’allora sostituto commissario Manuele Pupeschi di essere “inaffidabile nell’assicurare la sicurezza delle guardie giurate dipendenti e nel soddisfare le esigenze della clientela”. Si trattò, nello specifico, di irregolarità perlopiù sul fronte della Direzione Provinciale del Lavoro, per omissioni circa la registrazione delle ore di lavoro prestate dai dipendenti e quella dei compensi dovuti agli stessi.

Giusto, verrebbe subito da dire, sanzionare. Ma prima di revocare la licenza, si sarebbe potuto forse procedere con una sospensione. Provvedimento che è scattato invece, per violazioni ben più gravi, nei confronti del Corpo Guardie di Città di Mariano Bizzarri Ollandini, azienda rimasta coinvolta nell’omicidio del Palabingo di Navacchio (dove una guardia giurata uccise il collega che si era improvvisato rapinatore) e riguardo alla quale emersero numerose e gravi irregolarità e carenze amministrative, con ricadute negative sull’operatività dell’istituto, in quanto una guardia giurata può lavorare con una situazione contributiva difforme ma non può affatto circolare armata se il porto d’armi è scaduto. L’istituto, ad esempio, aveva illecitamente trattenuto i titoli di polizia della vittima (titoli personali, anche se il dipendente era in congedo) senza neppure darne comunicazione agli uffici della Questura e della Prefettura e la guardia giurata che sparò aveva il porto d’armi scaduto e non era in possesso del decreto di guardia particolare giurata. Inoltre, la notte dell’omicidio la centrale operativa risultò non aver registrato le (importanti) comunicazioni perché l’impianto era spento perché non fatto manutenzionare da tempo.

Nonostante tutto questo e nonostante la presenza, decisamente ingombrante, di un morto, si è preferito non procedere alla revoca della licenza proposta dalla Questura, bensì alla sospensione di un solo mese dell’attività. Una sanzione già prorogata, nonostante le due vittorie in giudizi amministrativi. E non sembra definitiva, dal momento che nei prossimi giorni, se Mariano Bizzarri riuscirà a dimostrare di aver ripristinato l’assoluta regolarità nell’azienda, il prefetto Attilio Visconti è pronto all’annullamento della sospensione, dopo aver interpellato l’Avvocatura dello Stato.

In Helmut Kaldewey la rabbia monta, e non poco. Tanto che ha inviato al prefetto un esposto, chiedendo di rivedere il provvedimento di revoca ai danni della “Secur K Defensor”. «Le violazioni alle norme di legge e ai regolamenti relative al Corpo Guardie di Città e che sono venute alla luce in questi ultimi mesi – scrive Kaldewey – costituivano una quotidiana e sistematica attività dell’istituto. Erano inoltre note da tempo, dal momento che alcune erano state dettagliatamente citate in un esposto presentato alla Procura della Repubblica nel lontano 2010. Il caso, ovviamente, mi tocca personalmente, in quanto la mia attività, sorta dal nulla con tutte le difficoltà che si possono immaginare, mi venne stroncata con immensi danni economici, compreso il conseguente licenziamento delle guardie dipendenti, e dopo una serie di controlli ossessivi e vessatori. Bene si comprenderà – sottolinea Kaldewey nella lettera al prefetto – la mia sgradevole sensazione di aver subìto un’ingiustizia».

La Prefettura di Pisa ha già risposto a Kaldewey, affermando l’impossibilità di procedere con l’istanza di riesame della revoca dal momento che sulla vicenda si è già espresso il Tar confermando il provvedimento (sul Corpo Guardie di Città, invece, il Tar ha respinto la richiesta di sospensione e deve ancora deliberare nel merito).

Dal 2010 ad oggi Pisa ha cambiato prefetto due volte. Ora c’è in carica Attilio Visconti, preceduto da Francesco Tagliente e Antonio De Bonis (fu quest’ultimo a revocare la licenza a Kaldewey). Ognuno con le sue modalità di lavoro e di approccio rispetto al territorio e ai suoi problemi. Visconti, con il Corpo

Guardie di Città, ha evidentemente preferito una strada meno burocratica. Ha mostrato disponibilità nei confronti dei propositi di ravvedimento di Mariano Bizzarri Ollandini, cercando soprattutto di evitare (nel caso della revoca della licenza) la perdita dei posti di lavoro.

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Guardie giurate, spuntano i due pesi e le due misureultima modifica: 2016-02-22T11:15:36+01:00da sagittario290