Guardie di città, si muove la Procura

iltirreno

Cronaca

27 febbraio 2016

Guardie di città, si muove la Procura

Titoli di polizia scaduti: la situazione si fa pesante, ma l’istituto di vigilanza punta su un ulteriore rinvio della sospensione

di Sabrina Chiellini

PONTEDERA. Si sta complicando la situazione delle Guardie di Città, che nell’ultimo mese sembrava destinata ad alleggerirsi dopo i segni di apertura che il prefetto aveva dato all’istituto di vigilanza. Attilio Visconti infatti, dopo le decisioni del Tar e del Consiglio di Stato che hanno respinto in sede cautelare i ricorsi presentati dal titolare dell’azienda Mariano Bizzarri Ollandini, ha concesso una proroga di un mese rispetto all’esecuzione del provvedimento di sospensione dell’attività per 30 giorni e della sanzione pecuniaria di 40mila euro decise dalla prefettura. L’istituto starebbe cercando di ottenere una seconda proroga che potrebbe non arrivargli.

In queste settimane si è parlato di un possibile ravvedimento dell’azienda nell’organizzazione delle sue attività. Ma questo stona con la posizione personale di Bizzarri e del capo della guardie, Daniele Paolicchi, almeno per quello che emerge dall’inchiesta sul fatto di sangue dell’estate scorsa.

Fatto che, come si ricorderà, portò all’ispezione della Questura nella sede dell’istituto. Un controllo congiunto, alla presenza di varie forze di polizia, che si concluse con una dettagliata relazione della Questura che propose alla prefettura la revoca della licenza all’istituto guidato da Bizzarri o almeno un consistente periodo di sospensione.

In questi mesi i riflettori sull’inchiesta della Procura, chiamata a fare luce sull’uccisione della guardia giurata che si era improvvisata rapinatore e aveva aggredito un collega nei pressi del Palabingo di Navacchio innescando la sua reazione, si sono spenti. Ma le indagini sono andate avanti. Sono state compiute indagini anche nei confronti di Bizzarri, titolare dell’istituto, e di Paolicchi, responsabile tecnico dell’istituto che potrebbero essere indagati per la violazione dell’articolo 17 del Tulps (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) in quanto quel giorno avevano utilizzato la guardia giurata Simone Paolini, il quale non avrebbe potuto lavorare in quel servizio in quanto non aveva i titoli di polizia in corso di validità e di questo sarà chiamato a risponderne personalmente.

Paolicchi è un ufficiale dei carabinieri in congedo, in passato attivo in seno all’Associazione nazionale carabinieri della provincia. Dopo questo episodio si è progressivamente defilato lasciando le redini del sodalizio ad Antonio Mattera Ricigliano, presidente della sezione di Pontedera, che ha la fiducia dell’Anc e dell’Arma.

In questi giorni l’attenzione di Bizzarri è concentrata sulla richiesta di un’ulteriore proroga dell’esecuzione della sospensione che scade all’inizio di marzo. Ripetendo uno schema già visto, l’azienda l’ha chiesta al prefetto dopo che un mese fa la prefettura aveva ipotizzato di arrivare a un annullamento della sospensione stessa. Un tentativo in extremis – si era detto innescando la reazione di altri istituti di vigilanza – per non mettere a repentaglio dei posti di lavoro che potrebbero essere persi se l’istituto non avesse la forza di superare il periodo di sospensione. C’è anche da chiedersi se in tutto questo tempo, cioè da quando la prefettura ha comminato la sanzione, l’istituto abbia cercato di affrontare la sospensione, ottemperando alla legge, o se abbia puntato solo ad evitare il provvedimento.

La vicenda sta diventando una telenovela (o un tormentone, a seconda dei punti di vista). Oggi appare sempre più difficile pensare alla concessione di altre proroghe o all’annullamento della sospensione. Questo perché sembra che l’avvocatura dello Stato non sia più così d’accordo con gli atteggiamenti di apertura nei confronti delle Guardie di Città proprio per la tipologia delle violazioni riportate dalla relazione della Questura. E poi l’istituto – aspetto non secondario – ha perso i ricorsi con cui per due volte, al Tar ed al Consiglio di Stato, aveva chiesto la sospensiva del provvedimento: gli è stata negata.

Nonostante i chiari segni contrari della giustizia amministrativa, Bizzarri ha cercato di convincere il prefetto e l’avvocatura dello Stato ad interpretare positivamente il “ravvedimento” dell’azienda. C’è stato? La Questura lo ha verificato? Non risulta. E il prefetto, nel commentare la proroga concessa un mese fa, aveva aggiunto: «Se l’azienda continua a lavorare bene confermerò la sanzione di 40mila euro e potrei rivedere la decisione che riguarda la sospensione dell’attività per un mese». Ma l’avvocatura potrebbe avere precisato in modo più netto la sua posizione. Avrebbe detto che è difficile cancellare sanzioni che hanno superato il doppio esame di Tar Toscana e Consiglio di Stato. E l’avvocatura ora sembra voler togliere alla prefettura ogni discrezionalità su un argomento tanto delicato, arrivando ad affermare che, in presenza di irregolarità, la strada obbligata è quella di infliggere e dare esecuzione alla sanzione sia per garantire il rispetto della legge, posta a presidio di un determinato interesse, sia per non pregiudicarne l’effetto deterrente.

Il prossimo passo sarà quello di capire se la Procura, che procederà nei confronti di Bizzarri e Paolicchi, sarà in sintonia con le decisioni della prefettura, esortata da un imprenditore, nei giorni scorsi, a non usare due pesi e due misure.

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