Le guardie giurate: «Il controllo più faticoso? Un’ora per un biglietto»

Cronaca

29 gennaio 2016

IL REPORTAGE

Le guardie giurate: «Il controllo più faticoso? Un’ora per un biglietto»

Sui mezzi pubblici a caccia di portoghesi tra proteste, «fughe» e litanie. Una notte sugli autobus con i vigilantes e i controllori

MESTRE Le fasi sono tre. Sguardo fisso sulla divisa, mano al biglietto (chi ce l’ha) per una timbrata dell’ultimo secondo e camminata rapida verso la porta più vicina. Spalla contro il vetro e mano sulla maniglia. Lo standard del «portoghese» (a volte anche involontario, non tutti fanno i furbi, può capitare di dimenticare di validare l’imob) è talmente ripetitivo da risultare buffo. Sono gesti goffi, istintivi, ma soprattutto insensati perché da quel palmare non si scappa: quando i controllori salgono sull’autobus, chiunque deve esibire il proprio titolo di viaggio.

Ci sono loro, e ci sono, da dicembre, le guardie giurate. Perché combattere l’evasione su autobus e tram, soprattutto nelle ore notturne, non è un mestiere semplice. Lo sanno bene i controllori che in questi mesi sono stati aggrediti, spinti fuori da bus, addirittura quasi investiti dall’auto una volta scesi a terra. Abbiamo trascorso una notte con una squadra di controllori e guardie giurate su e giù tra autobus e tram. La partenza per tutti, due guardie giurate e due verificatori, è a piazzale Roma intorno alle 21. Primo giro, sull’autobus 24h.

«Questo servizio ci ha fatto conoscere un aspetto diverso del nostro mestiere – spiegano M. e F., le due guardie giurate – la gente si sente più sicura e abbiamo avuto riscontri solo positivi. Che cosa facciamo? Non siamo ranger, non siamo la polizia di Stato, cerchiamo di svolgere il nostro mestiere con buonsenso». La caposquadra dei verificatori è una ragazza di poco più di 30 anni. Eppure da più di 10 anni con il suo palmare passa al setaccio i mezzi della rete Actv. I colleghi, scherzando, la chiamano «il mastino». Un soprannome che si è guadagnata per un episodio particolare: una trattativa estenuante di quasi un’ora con un uomo che non voleva esibire l’abbonamento per una forma di protesta contro Actv. Ad averla vinta, però, alla fine è stata lei. «I miei genitori e il mio ragazzo mi dicono sempre di fare attenzione, soprattutto di notte – racconta – è logico che un po’ si preoccupino, anche se dopo tanti anni ormai sanno che so fare il mio lavoro. Io so fino a che punto spingermi, so quale limite pormi ma so anche che quello che faccio è giusto e cerco fino alla fine di raggiungere un risultato».

Per vederla all’opera non serve attendere molto. Il 24 h parte, lei e il suo collega si dividono agli estremi del bus, una guardia giurata di supporto per ciascuno. È il protocollo: sempre in due. Alla giovane verificatrice non sfugge il comportamento «standard» di un passeggero. Quando gli chiede il biglietto, lui tentenna e lei lo gela: «Signore lei ha timbrato appena ci ha visto, questo non si può fare». Già: biglietto validato al momento del controllo, 60 euro. L’uomo, però, si scalda e comincia a ripetere come un mantra. «Ma io ho timbrato, io ho timbrato, io ho timbrato». Dieci, venti volte. La caposquadra non cambia tono di voce, rimane ferma e con calma spiega la situazione fino a quando l’uomo cede e accetta il verbale.

Per tutto il tempo dell’accertamento, la ragazza tiene una posizione del corpo particolare: le gambe formano un angolo retto, le spalle non sono di fronte all’uomo, ma di lato. «Facciamo dei corsi particolari per imparare a gestire queste situazioni evitando possibili conflitti – spiega il suo collega – quindi è importante mantenere sempre una via di fuga per il controllato, non deve sentirsi braccato. Alle volte le persone cercano solo un pretesto per sfogarsi, noi li lasciamo fare finché si calmano. Purtroppo non sempre è sufficiente, alcuni colleghi sono stati aggrediti».

Sul tram verso piazzale Roma, tocca a lui «pizzicare» una ragazza. «Ma dai ho sempre avuto l’abbonamento, mi sono solo dimenticata di passare il biglietto…non ci credo, ma dai è assurdo! Ma dai è la prima volta che mi succede!». Finisce lì, l’errore si comprende ma non si perdona. «Finora non ci siamo mai trovati in condizioni particolarmente pesanti – dicono i due vigilantes – però siamo costretti a intervenire più spesso in quegli autobus che passano per Corso del Popolo, via Piave e qualche zona di Marghera». Le notti più movimentate sono sulle lineee extraurbane della Riviera del Brenta. La nostra serata, invece, è tranquilla. In tutto, a fine turno, le sanzioni sono una decina. Prima di andare a casa, però, c’è tempo per un ultimo controllo. «Signori, biglietti per favore».

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2016/29-gennaio-2016/guardie-giurate-il-controllo-piu-faticoso-un-ora-un-biglietto–2302515541364.shtml

Le guardie giurate: «Il controllo più faticoso? Un’ora per un biglietto»ultima modifica: 2016-01-30T11:15:48+01:00da sagittario290