Vigilanza e affari, tredici indagati

iltirreno

Cronaca

19 dicembre 2015

Vigilanza e affari, tredici indagati

Dalla corruzione all’abuso di ufficio: con 4 poliziotti nei guai anche un imprenditore di Castagneto

CASTAGNETO. I controllati che ingaggiavano i controllori sotto forma di contratti di insegnamento nei corsi di formazione. Ma i rapporti si estendevano anche sul fronte delle notizie riservate che dagli uffici delle questure diventavano merce utile alle aziende della vigilanza privata. Ha come epicentro Firenze, ma tocca anche Prato e Livorno, oltre a lambire Pisa e Castagneto, l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore, Filippo Focardi conclusa nei giorni scorsi con l’invio dell’avviso di chiusura delle indagini a tredici indagati: quattro poliziotti, il dipendente di una prefettura e imprenditori o collaboratori di agenzie che forniscono servizi di vigilanza, steward e investigazioni private.

Le accuse. Dalla corruzione all’estorsione, dall’abuso d’ufficio al falso ideologico fino alla rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, sono i reati contestati dalla Procura fiorentina.

Gli indagati. Ecco nomi e ipotesi di reato degli indagati. Giuseppe Balasso, 47 anni, residente a Prato, all’epoca dei fatti alla Digos della questura pratese, abuso d’ufficio; Simone Conforti, 46 anni titolare di un’agenzia investigativa e residente a Castagneto Carducci, utilizzazione di segreti d’ufficio; Salvatore Gentile,39 anni, residente a Firenze, estorsione; Francesco Lento, 52 anni, domiciliato a Firenze, ispettore di polizia a Firenze, induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, falso ideologico e abuso d’ufficio; Francesco Mereu, 32 anni, residente a Prato, corruzione e estorsione; Paolo Rausse, 54 anni, domiciliato a Firenze, favoreggiamento; Filippo Rossi, 48 anni, residente a Sesto Fiorentino, corruzione; Maurizio Rossi, 52 anni, residente a Prato, corruzione; Angelo Saba, 55 anni, residente a Livorno, dipendente della prefettura livornese e per l’accusa di una società che si occupava di stewarding allo stadio di Livorno, rivelazione di segreto d’ufficio; Aldo Settembrini, 46 anni, residente a Terranova Bracciolini, gestore e titolare del locale O’tel di Firenze abuso d’ufficio in concorso con l’ispettore Lento; Pierluigi Tarchi, nato a Rosignano Marittima, 50 anni, residente a Firenze, investigatore privato, corruzione, estorsione, utilizzazione di segreti d’ufficio; Giuseppe Testaì, 40 anni, residente a Massarosa, capo della squadra mobile a Livorno, rivelazione di segreti d’ufficio; Sergio Vannini, 57 anni, residente a Signa, poliziotto della questura all’ufficio Pas, corruzione.

L’inchiesta. All’origine dell’inchiesta ci sono i corsi di formazione degli steward che furono tenuti a Firenze da alcuni poliziotti assegnati all’ufficio Pas, la polizia amministrativa e sociale della questura incaricata di fare i controlli nei locali. Ci sono incarichi di docenza per corsi di formazione assegnati a un ispettore di polizia, Francesco Lento, da parte di privati che operavano nello stesso ambito in cui il funzionario agiva da controllore, quello dei locali e delle discoteche. Viene riportato anche un episodio di estorsione che viene contestato ai titolari di un’agenzia di steward. Secondo la Procura, avrebbero chiesto soldi in cambio del rilascio dell’attestato di frequenza ad alcune persone che poi dovevano esercitare la professione di steward. Gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere sentiti dal pm in attesa dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

Pietro Barghigiani

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Vigilanza e affari, tredici indagatiultima modifica: 2015-12-20T11:30:35+01:00da sagittario290