Aeroporti siciliani a rischio terrorismo, poca sicurezza nelle isole

Cronaca

18 dicembre 2015

Aeroporti siciliani a rischio terrorismo, poca sicurezza nelle isole

Mentre l’Europa chiede all’Italia di essere più incisiva nei controlli sui migranti, richiamando il nostro Paese all’adempimento dell’obbligo di acquisire le impronte digitali, c’è il rischio concreto che si abbassi pericolosamente la soglia di guardia in due degli scali più sensibili alle rotte migratorie.

Si invoca più sicurezza ma proprio sul tema della security, gli aeroporti di Lampedusa e Pantelleria rischiano in queste ore di trovarsi sguarniti. Non è un alert a mettere in ginocchio i sistemi e le procedure, ma una paradossale vicenda di mala burocrazia che ruota intorno ai servizi di controllo da affidare ai privati. Si tratta di una potenziale falla in siti sensibili, perché tra le attività che le società private devono garantire rientrano anche i controlli sui migranti che vengono trasferiti da Lampedusa nei centri di accoglienza di tutta Italia con i “ponti aerei”.

Dopo anni di prorogatio, e dopo che la gestione degli scali isolani è è passata dall’Enac alla regionale Ast Aeroservizi, i servizi di vigilanza privata sono stati affidati al consorzio Sicurgem, che opera grazie alle sue partecipate, in primis la società “Metronotte d’Italia”. L’appalto affidato al gruppo che ha sede in Sicilia ed è operativo soprattutto nel Sud Italia potrebbe garantire introiti complessivi per circa 9 milioni di euro nell’arco di quattro anni.

Come ogni appalto che si rispetti, anche la gara per la gestione in security dei due aeroporti siciliani prevedeva alcuni paletti, delle regole precise da rispettare per subentrare alla precedente gestione. Il primo requisito – di carattere non tecnico ma amministrativo – riguardava l’assorbimento della forza lavoro precedentemente impiegata dal precedente gestore. Nel capitolato d’appalto era prevista una precisa clausola in tal senso. Riunioni su riunioni, con il coinvolgimento anche delle prefetture locali e delle agenzie regionali per il lavoro, non hanno portato a niente. Anzi, che il rischio di un taglio del personale fosse nell’aria si percepiva sin dalle fasi di affidamento. Infatti, nei verbali redatti alla viglia del passaggio di consegne per la gestione dei servizi di sicurezza aeroportuali si legge chiaramente che il nuovo affidatario non è in grado di assorbire integralmente tutta la a forza lavoro impegnata nei servizi di security dei due aeroporti. Secondo i sindacati di categoria, si tratta di una violazione dei diritti dei lavoratori. Ma sarebbe implicita anche una precisa carenza contrattuale rispetto a quanto stabilito nel bando di gara. Così, nelle scorse ore, il mancato trasferimento del personale in servizio negli aeroporti ha portato al licenziamento di 35 guardie giurate. In pratica, non c’è personale per effettuare i tradizionali servizi di controllo. La parola passa ora ai giudici amministrativi e del lavoro.

Ma non solo. Perché su quella procedure di gara le infrazioni potrebbero avere anche rilievo di carattere penale. Negli uffici giudiziari di Agrigento e Trapani sono fioccati gli esposti contro quell’assegnazione. Dalla documentazione trasmessa alle Procure emergerebbero anche delle pressioni da parte della società di gestione dei servizi per contrattualizzare il personale a condizioni vessatorie. Nelle relazioni consegnate alla magistratura, poi, vengono indicate delle precise carenze di carattere amministrativo: in pratica si sostiene che la nuova società affidataria non sarebbe in possesso dei requisiti operativi per effettuare i servizi di sicurezza che è stata chiamata a svolgere. Nel calderone delle polemiche è finita anche l’Enac, chiamata in causa per avere proceduto all’affidamento di quella gara. Per il segretario regionale della Fisascat, Mimma Calabrò “ Circa 35 lavoratori perderanno il posto. Questo è il frutto della mancata applicazione della procedura del cambio di appalto prevista dal contratto nazionale di lavoro. La nuova azienda, così come previsto dalla clausola di salvaguardia, avrebbe dovuto garantire la permanenza in servizio delle vecchie guardie giurate. Ed invece è stata negata anche la possibilità del confronto – aggiunge – Ecco perché abbiamo proclamato lo stato di agitazione e allertato l’Ente nazionale per l’aviazione civile affinché vigili sulla correttezza e la trasparenza delle procedure. Non è mai superfluo ricordare che si sta parlando di sicurezza in luoghi sensibili”.

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