Cronaca
25 Novembre 2015
Stadio, nessuno controlla gli steward
Tommaso Fregatti
Matteo Indice
Genova – Il pericolo della contaminazione fra criminalità e vigilanza privata nello stadio genovese, è nero su bianco in una lettera riservata inviata dai carabinieri alla prefettura. Un dossier nel quale si indicano i nomi di sette steward, ingaggiati periodicamente per garantire la sicurezza al Luigi Ferraris, rimasti coinvolti in una spedizione punitiva o in altre vicende giudiziarie non proprio edificanti. C’è un problema, importante: quel documento è stato spedito due anni fa. E oggi non è dato sapere se i personaggi segnalati come «inopportuni» dall’Arma siano ancora autorizzati a controllare i tifosi di Genoa e Samp.
Il dettaglio dell’informativa emerge il giorno dopo la polemica sulla presenza allo stadio di Sergio Lagomarsino . Pregiudicato per associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione, domenica scorsa era in prima linea per Genoa-Sassuolo: ha coordinato centinaia di steward e collaborato con la polizia ai nuovi screening antiterrorismo ordinati dal ministero dell’Interno dopo i massacri di Parigi. «Scelta forse inopportuna ma non viola le regole», precisano all’ufficio di Gabinetto della questura, che ha comunque l’ultima parola sull’ordine pubblico.
E però il caso Lagomarsino concretizza un dubbio pesante: polizia e carabinieri sanno chi entra ogni domenica allo stadio, con la qualifica di steward e la facoltà di eseguire controlli molto simili a quelli degli agenti? Le forze dell’ordine conoscono le loro singole identità, gli eventuali precedenti penali o se sono sottoposti a indagini? La risposta, per quello che ha potuto verificare Il Secolo XIX, è no. Perché 4 Any Jobs, società privata specializzata nella sicurezza in occasione di eventi sportivi cui Samp e Genoa delegano, pagando, il compito della prevenzione, il giorno precedente la partita fornisce solo un piano in cui spiega quanti addetti dislocherà e in quali settori. Ma non c’è alcuna precisazione sui nomi. E tanto per farsi un’idea sugli ordini di grandezza, basta ricordare che domenica a Marassi erano impegnati 360 vigilantes privati. È vero che tutti hanno il patentino della Prefettura e hanno seguito un regolare corso (spesso sono tra l’altro pagati a molti mesi di distanza); ma non vengono aggiornati eventuali, e successivi, problemi con la giustizia.
Altro capitolo affrontato negli ultimi giorni in questura è quello sulla figura di colui che sostanzialmente svolge un ruolo di mediazione all’interno dello stadio con le tifoserie: si tratta dell’albanese Artur Marashi, 41 anni, due piccoli precedenti e un’indagine in corso da sei anni sulla presunta estorsione compiuta insieme a un (altrettanto presunto) fiancheggiatore della ’ndrangheta genovese…
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/11/24/ASAIL0X-steward_nessuno_controlla.shtml