Cronaca
24 Novembre 2015
Furto al Museo di Castelvecchio, la guardia in ostaggio: “Mi hanno colpito alle spalle”
La guardia giurata testimone insieme alla cassiera della rapina nel Museo di Castelvecchio a Verona è tornato al lavoro e racconta la sua esperienza di quella tragica sera
Pochi giorni dopo il furto del secolo al Museo di Castelvecchio, la guardia giurata testimone della rapina è tornata al lavoro, ma in tribunale, non più nel museo. Lui, insieme alla cassiera, è stato prima colpito, immobilizzato e poi condotto per le sale dai ladri, che sempre di più appaiono essere dei professionisti dei furti d’arte.
Su L’Arena, il suo racconto di quanto accaduto la sera del 19 novembre nel museo razziato, soprattutto il racconto di come è stato avere una pistola puntata alla testa: “Non ho avuto paura; ho capito subito che quelli erano professionisti. E che se non avessi fatto colpi di testa non avrebbero sparato. Stavo parlando con la cassiera, ho sentito un pugno sulla schiena e sono piombato a terra. Saranno state le 19.30; penso che tutto sia durato non più di un’ora. Non parlavano, facevano appena “mmh“ con la bocca e mi facevano cenno di tenere lo sguardo basso. Facendomi capire che così non mi sarebbe successo nulla. Penso mi usassero come scudo, nel caso fosse arrivato qualcuno. Andavano sicuri da un dipinto all’altro, credo che sapessero bene cosa prendere. Non li ho mai uditi parlare e vedevo soltanto gli occhi e comunque cercavano di farsi guardare il meno possibile”.
L’intervista continua: “Se ho avuto paura di morire? Sinceramente no. Tutto questo fa parte del mio lavoro. E penso che sono cose che, per come va il mondo, succederanno ancora ad altri miei colleghi… Anche se mi tocca andare a piedi; spero davvero che ritrovino la macchina”.