Detenzione armi regolare archiviazione per Paolicchi

iltirreno

Cronaca

14 novembre 2015

Detenzione armi regolare archiviazione per Paolicchi

Il comandante delle “Guardie di Città” poteva tenere la pistola in azienda Autorizzazione rinnovata (solo non ritirata) prima del controllo della questura

PISA. Incassa l’archiviazione per il reato di detenzione abusiva di armi, il tenente Daniele Paolicchi, comandante del Corpo Guardie di Città, indagato e con la pistola di servizio sequestrata nel corso di un controllo svolto dalla questura nell’ambito delle indagini avviate dopo il tragico colpo al Palabingo di Navacchio concluso con la morte del rapinatore.

Il gip Elsa Iadaresta ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm, Aldo Mantovani sulla scorta della memoria difensiva presentata dal legale di Paolicchi, l’avvocato Erminia Imperio.

La vicenda da cui tutto è partito risale al 13 agosto: Simone Paolini, di Pisa, nell’effettuare un servizio di trasporto valori per conto del “Corpo guardie di città” uccise un rapinatore, che era anche un suo collega, Davide Giuliani, di Montecalvoli che lo aveva minacciato con una pistola, casco in testa, per prendergli l’incasso del Palabingo. Paolini aveva il porto d’armi scaduto da febbraio. Una condizione comune ad altri colleghi e che dette il via a una serie di controlli nei confronti dell’istituto di vigilanza. Nel corso degli accertamenti è stato indagato anche il comandante delle guardie giurate.

Stando a quanto ricostruito dalla Procura, Paolicchi, 54 anni, di Pisa, al momento del sequestro della pistola, il 18 agosto scorso, aveva titolo per portare l’arma al di fuori della sua abitazione e sistemarla nell’armadietto all’interno della sede delle “Guardie di Città”.

L’iter per il rinnovo si era concluso con esito positivo e Paolicchi non aveva ancora ritirato l’autorizzazione, firmata il 17 agosto, quando la questura era intervenuta il 18 con il sequestro dopo aver trovato il comandante con la pistola nell’armadietto nella sede dell’azienda. Insomma, Paolicchi non aveva materialmente il titolo in mano, ma gli uffici competenti, dalla questura alla prefettura, avevano perfezionato la pratica con tutti i crismi di legge.

La licenza era scaduta il 10 aprile scorso e la domanda per il rinnovo protocollata il 16 maggio. Da quanto risulta agli atti, la prefettura il 17 agosto aveva informato la questura del rinnovo del decreto di approvazione della nomina a guardia particolare giurata e della licenza di porto d’armi. E sempre la questura il 5 agosto aveva espresso parere favorevole al rinnovo.

È successo così che la mattina del 18 agosto Paolicchi si era presentato in prefettura, dopo aver ricevuto l’invito dagli uffici di palazzo Medici, per ritirare i titoli, ma non gli furono consegnati. Nel pomeriggio ci fu il controllo con il sequestro.

Chiuso un filone, resta aperto, sempre a livello amministrativo, il fronte dell’azienda amministratore da Mariano Bizzarri Ollandini. Il Tar ha concesso la sospensiva al provvedimento di sospensione di 30 giorni disposto dal prefetto.

La trattazione nel merito è fissata all’udienza del 3 dicembre. Dopo la relazione del questore il prefetto aveva disposto la sospensione della licenza per 30 giorni, una sanzione di 40.000 euro e la denuncia di 16 guardie giurate alla Procura per porto abusivo di armi, considerato che, stando all’accusa, avevano eseguito il servizio di vigilanza con i titoli scaduti.

Sull’aspetto penale – Paolini è indagato per omicidio preterintenzionale – sono ancora in corso le perizie sui computer e quelle balistiche.

Pietro Barghigiani

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