Vigilante ucciso, caso nelle mani del prefetto

iltirreno

Cronaca

08 ottobre 2015

Vigilante ucciso, caso nelle mani del prefetto

Dopo la rapina finita nel sangue e le irregolarità riscontrate deve ancora essere decisa la sanzione da applicare all’istituto

di Sabrina Chiellini

NAVACCHIO. Si avvicina la decisione del prefetto di Pisa, Attilio Visconti, rispetto alla sanzione che dovrà essere a breve adottata nei confronti dell’istituto di vigilanza Corpo guardie di città in seguito alla tentata rapina terminata nel sangue e in cui sono rimasti coinvolti due dipendenti dell’istituto di vigilanza pisano di proprietà di Mariano Bizzarri Ollandini. Revoca o sospensione della licenza era stata la richiesta della questura.

Ma oggi questa prospettiva, pur prevista in base alla normativa, si sta scontrando con questione, paventata dallo stesso istituto di vigilanza, del rischio occupazionale che potrebbe però essere superato anche se con costi maggiori per l’azienda. L’iter del procedimento amministrativo è ancora in corso ma è plausibile che una decisione la prefettura dovrà assumerla considerata anche la gravità dei fatti accaduti. Il tentativo di rapina dell’incasso della sala Bingo di Navacchio, all’alba del 13 agosto, è finito nel sangue dopo che una guardia giurata – Simone Paolini, 37 anni, di Pisa – ha reagito e ha sparato due colpi di pistola e il rapinatore è rimasto ucciso. La vittima è un’altra guardia giurata, strangolata dai debiti, Davide Giuliani, 46 anni, residente a Montecalvoli nel comune di Santa Maria a Monte e in congedo dal lavoro per motivi di famiglia. Per accertare le responsabilità penali della tragedia è in corso un’inchiesta della Procura di Pisa. Gli accertamenti effettuati dai carabinieri in queste settimane hanno permesso di trovare riscontri oggettivi al racconto di Paolini, indagato per omicidio preterintenzionale e per porto abusivo d’armi in quanto quella mattina il vigilante non avrebbe dovuto trovarsi a Navacchio: la sua licenza di guardia giurata era scaduta dal febbraio 2015 e quindi avrebbe potuto svolgere solo servizi di portierato o di steward o di addetto al centralino. La successiva ispezione effettuata in maniera interforze nel’istituto di vigilanza aveva permesso di rilevare altre anomalie nella gestione dell’istituto.

Altre guardie, a cominciare dallo stesso comandante Daniele Paolicchi, avevano svolto servizi armati pur senza avere i titoli necessari. Il controllo ha messo in evidenza anche una gestione imprecisa delle esercitazioni di tiro previste dal regolamento di servizio. Tra le guardie c’è anche chi nel 2015, fino al momento dell’ispezione, non aveva svolto alcuna esercitazione. Queste ed altre irregolarità rilevate avevano indotto la questura a valutare in maniera piuttosto stringente le sanzioni da adottare. Dai controlli era emersa “l’incapacità gestionale da parte del titolare dell’istituto” – si affermava nelle conclusioni – che fa “venire meno il presupposto della capacità tecnica necessaria per gestire un istituto di vigilanza”. Quindi le violazioni riscontrate prevedono, a norma di legge, la revoca o la sospensione della licenza. «Come questura abbiamo concluso il nostro lavoro – conferma il questore di Pisa Alberto Francini – la decisione sulla sanzione da adottare spetta alla prefettura». Nel frattempo la polizia ha effettuato altri controlli nei confronti di un altro istituto di vigilanza privata di Pisa. «Posso solo dire che durante questi controlli non sono emerse irregolarità. Proseguiremo con le verifiche a livello provinciale».

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