Guardia picchiata al pronto soccorso

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Cronaca

Guardia picchiata al pronto soccorso

Era intervenuta per tranquillizzare un paziente che minacciava col sangue medici e infermieri. «C’è un problema sicurezza»

di Ilenia Reali

PRATO. Erano da poco passate le sei e le guardie giurate della Securitas erano appena entrate in servizio al nuovo ospedale Santo Stefano. La chiamata è arrivata, come spesso accade, dal pronto soccorso. Un uomo, di origine marocchina, con una mano sanguinante stava minacciando medici e infermieri. Nella sala d’attesa c’erano alcune persone in attesa di essere visitate. Urla, strilla, ingiurie.

Quando i vigilanti sono arrivati hanno subito provato a calmare l’uomo che non ci ha pensato due volte, si è voltato e ha colpito in pieno volto con un cazzotto uno dei due. Solo con l’arrivo dei carabinieri si è calmato. A quel punto il vigilante si è fatto medicare: per fortuna niente di grave, “solo” uno zigomo gonfio e 6 giorni di prognosi.

Non è la prima volta che accade. E non c’è neppure da scandalizzarsi. Del resto il pronto soccorso è un luogo, in ogni città, vulnerabile. E’ qui che arrivano alcolizzati, tossicodipendenti e molte persone che, per le condizioni di salute o per i motivi più vari, sono particolarmente aggressive. Il tema semmai è la frequenza con cui questi fatti accadono.

Poche ore prima c’era stato da inseguire un uomo che aveva alzato il gomito e che, anche lui, aveva preso a male parole il personale del pronto soccorso e per riportare fatti di cronaca pochi giorni fa un altro paziente aveva spaccato una vetrata del nuovo ospedale perché troppo su di giri. Episodi che denuncia il personale dell’ospedale ormai sono all’ordine del giorno. E che preoccupano.

«E’ un problema noto e non legato al nuovo ospedale – spiega Lorenzo Pancini, infermiere e segretario della Cgil con la delega a sicurezza e salute – e comunque non raro per i pronto soccorso. Questo però non deve significare che chi lavora in prima linea debba prendere le botte in faccia. Noi avevamo chiesto un posto fisso di polizia e un percorso formativo per il personale e un controllo degli ingressi. Quest’ultima cosa è stata fatta inserendo badge e ingressi controllati. E’ però vero che queste persone arrivano spesso come pazienti. Credo che ci siano eventi indipendenti da tutto e questi non possono essere evitati ma ci sono altri eventi legati a variabili su cui si può fare qualcosa. Credo di questi si debba parlare e trovare ulteriori soluzioni. Magari studiando cosa accade in altre grandi città: noi abbiamo 300 accessi al giorno, si parla quindi di un grande pronto soccorso. Dobbiamo ridurre le aggressioni a un numero fisiologico applicando nuovi accorgimenti».

Accorgimenti difficili da individuare nonostante dell’argomento se ne parli da tempo. «Molto spesso – spiega il responsabile del pronto soccorso, Simone Magazzini – abbiamo parlato dell’esigenza di aumentare il sistema di sorveglianza magari con un posto fisso di polizia. Quello che è accaduto però dimostra che proprio una guardia è stata picchiata. Abbiamo cambiato gli accessi ma non credo ci possano essere soluzioni definitive. Anche quando lavoravo a Careggi la situazione era analoga. Siamo tutti preoccupati e la sensazione è quella che ci sia una situazione peggiore generalizzata alla città e di cui risente anche il pronto soccorso. Abbiamo più volte affrontato questo argomento e ne riparleremo ma si tratta di una di quelle cose la cui soluzione è difficile, anche da individuare».

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Guardia picchiata al pronto soccorsoultima modifica: 2015-10-13T11:30:02+02:00da sagittario290