Bizzarri non ci sta: «Ricorreremo al Tar»

iltirreno

Cronaca

30 ottobre 2015

Bizzarri non ci sta: «Ricorreremo al Tar»

Braccio di ferro sulla sospensione di un mese della licenza

di Sabrina Chiellini

PISA. I presupposti per arrivare alla revoca della licenza all’istituto di vigilanza privata “Corpo guardie di città” c’erano tutti. Il prefetto di Pisa, proprio per non mettere in pericolo il futuro occupazionale dei dipendenti di uno dei più conosciuti istituti della provincia, ha decretato la sospensione della licenza rilasciata al titolare, Mariano Bizzarri Ollandini, per un periodo di trenta giorni a decorrere dall’11 novembre. Decisa anche una sanzione di 40mila euro. Ma l’azienda, va detto, ha pure rischiato che gli venisse chiesta la somma prevista dalla fidejussione, che è di oltre 100mila euro.

«Questa decisione ci mette in grave difficoltà con i servizi, a cominciare da quelli per l’aeroporto. Non ci sono in provincia istituti come il nostro, che hanno i requisiti per effettuarli», è la prima risposta di Bizzarri che non nasconde che avrebbe preferito chiudere la storia con una sanzione pecuniaria. L’imprenditore, raggiunto per telefono, anticipa che presenterà ricorso al Tar con richiesta di sospensiva del provvedimento.

Ma per capire le ragioni del provvedimento (che avrebbe potuto partorire sanzioni ben più pesanti, come richiesto dalla questura sulla base delle irregolarità riscontrate nella gestione dell’istituto) che sarà impugnato al Tar, bisogna tornare al grave fatto di sangue avvenuto a Navacchio la notte del 13 agosto. Simone Paolini, di Pisa, nell’effettuare un servizio di trasporto valori per conto del “Corpo guardie di città” sparò contro un rapinatore che era anche un suo collega (Davide Giuliani, di Montecalvoli) e lo uccise. La tragedia fece emergere molteplici irregolarità che hanno poi portato polizia e carabinieri ad accendere un faro sulla gestione dell’istituto. Una su tutte il fatto che Paolini, ora indagato per omicidio preterintenzionale, non aveva i titoli di polizia richiesti. Il suo porto d’armi era infatti scaduto dal 4 febbraio, cioè da diversi mesi prima e nessuno ne aveva chiesto il rinnovo. Se è vero che nel frattempo non erano stati attivati i controlli, non si può neppure negare che in tutti questi mesi alla guardia giurata sia stato richiesto di effettuare servizi armati. Un’anomalia che aveva indotto – su richiesta della stessa Procura di Pisa – ad approfondire aspetti della gestione dell’istituto di vigilanza che evidentemente nel corso degli anni aveva conquistato la fiducia di tanti in città e in provincia. L’ispezione effettuata da polizia, carabinieri, direzione territoriale del lavoro e nucleo tributario della guardia di finanza ha però avuto un esito assolutamente opposto all’immagine dell’azienda. Tant’è che la questura, viste le diffuse irregolarità riscontrate nella gestione, già nel mese di agosto ha formalmente diffidato Bizzarri a non impiegare in attività operative dipendenti privi dei titoli di polizia.

Oggi emerge con chiarezza che 16 guardie giurate sono state impiegate in attività di vigilanza, trasporto valori e servizi in centrale operativa con i titoli scaduti. Per questo sono state denunciate alla procura (insieme al responsabile) per porto abusivo di armi e per aver svolto servizi di vigilanza in uniforme e armate, prive di porto di pistola per difesa personale. Il differimento della sospensione della licenza è stato concesso per consentire all’istituto «l’attivazione di misure necessarie a evitare situazioni di potenziale pericolo per la sicurezza delle strutture di maggiore vulnerabilità» gestite dall’istituto stesso, ma di fatto la prefettura non ha voluto far mancare una ciambella di salvataggio ai lavoratori. Tuttavia, ne beneficerà anche l’impresa, che invece in questi mesi ha ingaggiato un lungo braccio di ferro con l’ufficio governativo, sempre nel rispetto dell’iter del procedimento amministrativo che si è concluso con la sospensione della licenza. Le controdeduzioni contenute nella memoria difensiva dell’avvocato Alfredo Passaro non devono avere convinto la prefettura, anche se ora diventeranno il punto di partenza del ricorso. Secondo l’istituto, infatti, «la pendenza in sede amministrativa del rinnovo dei titoli di polizia non comporterebbe la decadenza automatica». Il prefetto Attilio Visconti nel decreto di sospensione spiega la legge: «Il mancato rinnovo dei titoli o, se si vuole, la pendenza di un procedimento finalizzato all’eventuale rinnovo degli stessi comporta la decadenza dei titoli precedentemente rinnovati, quantomeno per il principio di carattere generale dell’efficacia dei provvedimenti amministrativi». Il decreto del prefetto mette a fuoco un altro aspetto: un corretto sistema organizzativo, tanto più improntato su base imprenditoriale, come quello degli istituti di vigilanza, avrebbe dovuto indurre a utilizzare maggiore diligenza nella trattazione delle pratiche relative ai titoli di polizia.

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Bizzarri non ci sta: «Ricorreremo al Tar»ultima modifica: 2015-10-31T11:30:50+01:00da sagittario290