In manette il boss della vigilanza privata

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Cronaca

07/07/2015 06:04

IL CASO

In manette il boss della vigilanza privata

Reati tributari contestati a Fabrizio Montali, titolare del gruppo Metronotte. L’imprenditore era legato al cassiere della banda della Magliana Nicoletti

È finito agli arresti domiciliari l’uomo a capo del gruppo Metronotte, che a Roma fa vigilanza armata nei palazzi del potere, dall’ambasciata americana alla Rai, passando per gli ospedali. Fabrizio Montali, conosciuto per i suo legami con l’ex cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti, è indagato dalla Procura di Roma per una serie di reati tributari, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori. Il gip Cinzia Parasporo, su richiesta del pm Luca Tescaroli, ha disposto il sequestro preventivo del capitale sociale e del patrimonio aziendale del gruppo Metronotte per 94 milioni di euro, nonché il sequestro dei beni nella titolarità di altri 6 indagati, fino a raggiungere la cifra di 60 milioni. Dagli accertamenti del Nucleo di Polizia Tributaria della Finanza sono emersi debiti tributari per oltre 14 milioni e il ricorso sistematico all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Tali risorse finanziarie sarebbero state utilizzate dal figlio dell’ex sottosegretario socialista Sebastiano Montali per finalità personali.

Nell’informativa del 28 febbario 2015 «emerge che negli anni 2010-2012 sono state imputate nella contabilità della Città di Roma Service spese relative a iscrizioni a gare automobilistiche, ricambi e manutenzioni certamente estranee all’attività di impresa, per complessivi 222.318 euro. Su un conto corrente societario è stato addebitato anche il costo (21.950 euro) di un orologio Cartier rinvenuto nell’ufficio di Montali». Il 26 ottobre 2014, presso l’Autodromo di Vallelunga, in occasione del campionato del Gruppo Peroni, gli investigatori hanno riscontrato che Fabrizio Montali usava «beni delle cooperative del gruppo»: un autoarticolato, due scooter e una Mercedes. Tutta la famiglia Montali, in realtà, è coinvolta nell’attività imprenditoriale. La madre Antonina Spagnolo, il padre Sebastiano Montali, e il fratello di Fabrizio, l’avvocato Francesco Montali, «sono stati o sono soci di sei cooperative del gruppo».

L’8 novembre 2013 Montali è stato condannato dal Tribunale di Roma a 18 mesi di reclusione per usura e prosciolto per prescrizione dall’accusa di riciclaggio e corruzione. «Tuttavia nella sentenza si dà atto – spiega il gip – di un conclamato collegamento personale di Montali con Enrico Nicoletti e i figli Antonio e Massimo, accreditato come “fiduciario di Nicoletti”, “testa di paglia”». Come segnala il pm, il Montali non ha mai rescisso i rapporti con i Nicoletti. Durante le perquisizioni, all’interno dell’ufficio di presidenza in suo uso a Guidonia, è stato trovato dai finanzieri un biglietto da visita di Andrea Infantino della “Senza Tempo, orologi da mito”, con dietro appuntati due numeri di telefono e il nome di Massimo Nicoletti.

Anche il presidente della Ss Lazio Claudio Lotito, attraverso la società di vigilanza Roma Union Security, si divideva con Montali il ricco business della vigilanza negli ospedali. «Con riferimento alla presenza di Lotito presso gli uffici del Gruppo Metronotte – spiega il gip – Montali contattava Giuseppe Panepinto incaricandolo di consegnare a Stefano Ingrassia il prospetto delle ripartizioni (40% per il lotto 4 e 45% per il lotto 6), al fine di consentire a quest’ultimo di smentire Lotito, qualora questi avesse sostenuto che alla loro società non spettavano tali entrate, come avvenuto con l’appalto con l’ospedale Sant’Andrea di Roma».

Valeria Di Corrado

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In manette il boss della vigilanza privataultima modifica: 2015-07-08T11:45:43+02:00da sagittario290