Sorveglianza armata al Tribunale di Siracusa: guardie giurate di nuovo senza stipendio

Cronaca

16 maggio 2015

Sorveglianza armata al Tribunale di Siracusa: guardie giurate di nuovo senza stipendio

Dubbi espressi dall’opposizione sulla regolarità dell’affidamento del servizio da parte del Comune.

“Dove c’è molta luce, c’è anche molta ombra”, scriveva Goethe. È la sintesi che meglio descrive la vicenda della sorveglianza armata al Tribunale di Siracusa, quando poco più di un mese ci separa dalla sparatoria al Palazzo di Giustizia di Milano e dalle tante polemiche sulla vigilanza. Le guardie giurate chiamate a prestare il proprio servizio nel capoluogo aretuseo sono senza stipendi da cinque mesi, un lasso di tempo relativamente ampio per mettere in seria difficoltà un padre di famiglia.

Molti dubbi circondano l’azienda che eroga il servizio, vincitrice di un appalto affidato dal Comune di Siracusa in base ad un’offerta economica che l’opposizione – novella Cassandra – giudicò lo scorso gennaio palesemente sotto la sostenibilità finanziaria. Cetty Vinci, battagliera rappresentante della minoranza, ebbe a dire: “Ma è normale che si affidino servizi a costi non sostenibili a soggetti di cui è dubbia la capacità di pagare i propri dipendenti?”.

L’interrogativo non era peregrino, non solo in base all’analisi dell’offerta presentata in sede di gara lo scorso dicembre, ma soprattutto perché a rappresentare l’azienda vincitrice – secondo la Vinci – c’erano le stesse persone che risultavano come titolari della precedente società che erogava questo servizio e che già in passato avevano lasciato a lungo il personale senza stipendi, determinando due distinte mobilitazioni, una sul finire del 2013 e l’altra sul finire del 2014. In quelle occasioni, la preoccupazione resa pubblica dalla Vinci fu che venisse “avallato dall’Amministrazione comunale un qualche comportamento anomalo per cui le somme spettanti ai dipendenti a titolo di retribuzione fossero state utilizzate in realtà per il pagamento dei propri contributi al fine di ricevere le erogazioni comunali”. Alzato il polverone, le cose tornarono ognuna al suo posto, con il personale immediatamente pagato.

Adesso, si dice in Sicilia, non vorremmo che “passatu u Santu, passatu u scantu”. Vale a dire che diradate le paure determinate dai terribili eventi di oltre un mese addietro e le polemiche su come vengano gestiti i servizi di sorveglianza dei Tribunali, non ci si renda conto che in quei luoghi dove dovrebbe essere più forte la luce della giustizia, le ombre che caratterizzano servizi essenziali come la sorveglianza appaiano palesemente tanto più scure.

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