Lo sfogo del vigilante: «In ospedale controlli a zero, e per entrare c’è la parola magica»

iltirreno

Cronaca

30 maggio 2015

Lo sfogo del vigilante: «In ospedale controlli a zero, e per entrare c’è la parola magica»

Livorno, nell’ultimo decennio il personale si è molto ridotto. L’Asl precisa: servizio di sorveglianza attivo 24 ore su 24

di Giorgio Carlini

LIVORNO. «La sicurezza dentro l’ospedale, nelle ore notturne, è meno di zero». Una denuncia significativa, specie se a farla è una delle guardie giurate in servizio da anni all’ospedale. Davanti alle domande sulla escalation di furti tra padiglioni e uffici, il vigilante non si tira indietro. Spiega che lui e gli altri colleghi svolgono al meglio il proprio lavoro, ma ammette che «con numeri, funzioni e competenze limitate è impossibile evitare episodi spiacevoli. Facciamo il possibile – ripete la guardia giurata – ma da via Gramsci e via della Meridiana riusciamo a garantire solo una verifica parziale degli ingressi».

A piedi, per esempio, si può entrare in ospedale in qualsiasi momento, giorno e notte. «Per le auto – prosegue – abbiamo il compito di far accedere il personale e coloro che sono muniti di permesso o autorizzazione temporanea. Ma c’è una parola magica, che è “pronto soccorso”: se una persona mi dice che deve recarsi lì, io non posso esimermi dal farla passare».

In passato, stando al racconto della guardia giurata, gli standard di sicurezza erano ben più adeguati: «Oltre ai posti fissi di via Gramsci, via della Meridiana e pronto soccorso, c’erano due vigilante che per tutta la notte perlustravano il complesso: un addetto girava tra i padiglioni, l’altro nei sotterranei». Non solo: il cancellino all’accesso pedonale, che ora resta sempre aperto, veniva chiuso di notte.

«Questa organizzazione, che risale a circa un decennio fa, aveva ottenuto un discreto successo: in tre mesi riuscimmo a eliminare qualsiasi minaccia all’ospedale. A partire dai senzatetto che alloggiavano nei sotterranei, fino agli zingari e ai tossicodipendenti che si aggiravano tra i padiglioni».

Le guardie “in movimento” sventarono diversi tentativi di furto: il vigilante ne ricorda tre al poliambulatorio: «Il Cup veniva controllato 5-6 volte a notte. Una volta fui io a dare l’allarme alla polizia: i ladri riuscirono a svignarsela, ma senza il bottino». Oggi, secondo le testimonianze raccolte dalle stesse guardie giurate, la vigilanza è stata ridimensionata: «Qualche anno fa – rivela il vigilante – è cambiato l’appalto, pare per motivi economici». Così gli addetti sostengono che ora le loro funzioni si limitano ai posti di accesso, mentre una pattuglia di pronto intervento di notte effettua giusto un paio di perlustrazioni.

Si tratta in realtà di un piccolo giallo, perché l’Asl, in una nota ufficiale, parla al contrario di un «servizio di vigilanza armata sulle 24 ore che varia, nel corso della giornata da due a tre persone», al quale «è affidato il compito, come previsto dall’appalto, di presidiare i varchi di accesso carrabili e di assicurare ronde diurne e notturne per la sicurezza dell’intero presidio ospedaliero».

È comunque evidente come con sole “due o tre persone” sia impossibile controllare tutto ciò che accade dentro l’ospedale.

(g.c.)

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Lo sfogo del vigilante: «In ospedale controlli a zero, e per entrare c’è la parola magica»ultima modifica: 2015-05-31T11:00:03+02:00da sagittario290