Il racconto choc della guardia giurata aggredita all’oleodotto di Fiumicino: “Volevamo ammazzarmi”

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Cronaca

02/05/2015 21:23

CAPITALE VIOLENTA

Il racconto choc della guardia giurata aggredita all’oleodotto di Fiumicino: “Volevamo ammazzarmi”

L’uomo picchiato lunedì sera mentre tentava di sventare un furto di cherosene

Aggredito alle spalle, massacrato da cinque balordi in cerca di cherosene e abbandonato ormai privo di conoscenza sotto la pioggia battente. È quanto accaduto lunedì sera ad una guardia giurata della Sevitalia Sicurezza, M.D. di 48 anni, intervenuta per sventare un furto in uno degli oleodotti dell’Eni alle spalle del centro commerciale Parco Leonardo, a Fiumicino. La segnalazione di un probabile furto, la corsa verso la gabbietta. Poi, cosa è successo? “Ho ricevuto la chiamata dalla centrale intorno alle 21,10. Quella sera, era lunedì, pioveva a dirotto e il mio collega aveva staccato da poco. Ero in zona Le Vignole quando dalla radio hanno comunicato il tentato furto di carburante in atto. In cinque minuti mi sono precipitato nel punto esatto dove si trova una delle due gabbiette in quell’area verde buia e abbandonata. Tra l’altro il faro sopra la macchina di servizio, che dovrebbe essere acceso in caso di emergenza, non funzionava. Mi sono fatto luce come potevo con gli abbaglianti, sono sceso per controllare che nessuno avesse messo a segno il furto e in un attimo mi hanno sorpreso alle spalle in quattro, forse cinque”.

Non ha fatto in tempo a rientrare in macchina per fuggire?

“Purtroppo mi hanno bloccato stringendomi un fil di ferro intorno al collo: non avevo possibilità di muovermi. Ho provato a divincolarmi, tra gomitate e pugni. Riuscito finalmente a liberarmi, sono stato scaraventato con la faccia contro la gabbietta in metallo, finendo a terra. A quel punto mi hanno colpito a calci: volevano ammazzarmi”.

Le hanno detto qualcosa?

“Parlavano tra loro, in un accento dell’Est Europa. Volevano strapparmi via la pistola che avevo sotto la mimetica. Io ho fatto una gran resistenza e alla fine hanno desistito”.

Quando sono arrivati i soccorsi?

“Con le ultime forze che avevo in corpo ho chiamato la centrale chiedendo aiuto. Sono svenuto, sotto la pioggia, ormai in ipotermia. Hanno rimandato indietro il collega che aveva smontato e poi, intorno alle 22, sono arrivati i carabinieri e l’ambulanza che mi ha portato al San Camillo”.

Come sta oggi?

“Ho la quinta costola dell’emitorace sinistro e la quarta del destro rotte. Mi hanno trasferito al Grassi l’indomani all’alba ma, non essendoci posto per un ricovero, mi hanno mandato a casa con una prognosi di 25 giorni. Ho ecchimosi in tutto il corpo, non riesco a dormire nonostante gli antidolorifici e sono spaventato. Spero solo di rimettermi presto e dimenticare questa brutta storia”.

Silvia Mancinelli

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Il racconto choc della guardia giurata aggredita all’oleodotto di Fiumicino: “Volevamo ammazzarmi”ultima modifica: 2015-05-03T11:30:58+02:00da sagittario290