Imperia: si presenta con la pistola in aula, avvocato allontanato dal processo

Cronaca

14/04/2015

Imperia: si presenta con la pistola in aula, avvocato allontanato dal processo

Il procuratore: gesto improvvido. Il legale aveva regolare porto d’armi

Paolo Isaia

Ha aspettato di arrivare davanti al metal detector. Poi, alla poliziotta che assieme a una guardia giurata stava controllando le persone all’ingresso del tribunale di Imperia, ha detto di avere con sé una pistola. Per il proprietario dell’arma, l’avvocato torinese Carlo Mussa, un “normale” quanto doveroso annuncio, soprattutto dopo quanto accaduto giovedì scorso all’interno del palazzo di giustizia di Milano. Ma, di “normale”, il voler introdurre una pistola in tribunale, per il procuratore capo di Imperia Giuseppa Geremia non c’era molto: «Un gesto improvvido», il commento del magistrato dopo avere disposto che il professionista venisse accompagnato fuori dall’edificio – e ancora prima dall’aula in cui si stava celebrando il dibattimento in cui è legale di parte civile – e con lui la sua arma.

La pistola consegnata

L’avvocato Mussa, al tribunale di Imperia, era andato per la prima udienza del processo contro il costruttore romano Francesco Bellavista Caltagirone, accusato di truffa assieme ad altre due persone per una compravendita di posti barca al porto turistico della città. Processo che, tra l’altro, proseguirà a Torino, come a Torino si era svolto quello più ampio per la presunta truffa allo Stato legata alla realizzazione dello scalo portuale che si era concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati, Caltagirone compreso.

Perché Musso avesse una pistola con sé non si sa, l’unica cosa certa è che era autorizzato a portarla. Ma non, appunto, dentro un tribunale, dove gli unici a poter girare armati sono membri delle forze dell’ordine, guardie giurate, ma solo se addetti al servizio di vigilanza, e magistrati. Non avvocati. Così, quando il legale torinese ha detto di avere una pistola, dopo qualche attimo di sconcerto la poliziotta all’ingresso gli ha ordinato di consegnargliela e di esibire l’autorizzazione a portarla con sé.

L’avvocato allontanato

La pistola, una semi-automatica, è stata subito chiusa a chiave in un cassetto del bancone del posto di guardia e da quel momento “sorvegliata” a vista, mentre un addetto alla vigilanza è salito in Procura, all’ultimo piano, a chiedere lumi. L’avvocato Musso intanto ha raggiunto l’aula dove si teneva il processo. Non c’è rimasto molto. La disposizione arrivata dal procuratore capo Giuseppa Geremia è stata perentoria. «Non si poteva assumere la custodia dell’arma – ha poi spiegato – non è un compito che debba essere svolto dalla polizia giudiziaria, o da qualcun altro all’interno del tribunale. Diciamo che sarebbe stato meglio se questa persona non se la fosse portata dietro…».

Diplomazia a parte, l’avvocato Musso è stato raggiunto in aula dal responsabile della polizia giudiziaria della Procura, l’ispettore Marco Frumento, al quale era stata temporaneamente affidata la pistola, e scortato fuori dal palazzo di giustizia. Non senza qualche protesta per l’impossibilità di proseguire l’udienza. Alla fine, ha dovuto nominare un sostituto. Solo una volta fuori dall’edificio, l’ispettore ha restituito al legale torinese la sua arma, non prima di avergli fatto firmare un verbale di consegna. All’avvocato non è rimasto altro da fare che attendere la fine dell’udienza per sapere com’era andata.

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