Guardie giurate, stipendi e problemi della categoria

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10 Aprile 2015

LA STRAGE

Guardie giurate, stipendi e problemi della categoria

Salari da 980 euro. Indennità irrisorie. Poche tutele. E mancanza di formazione. La condizione degli agenti di vigilanza. Giardiello: «Entrato senza tesserino».

di Francesca Buonfiglioli

Controllano banche, supermercati. Piantonano siti sensibili, come ambasciate e tribunali.

Persino «installazioni militari», come scrive il ministero della Difesa. E sono sempre vigilantes privati quelli che si trovano agli ingressi del Palazzo di giustizia di Milano, anche in quello di via Manara da dove è entrato Claudio Giardiello, che il 9 aprile ha freddato tre persone: il giudice Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e Giorgio Erba, coimputato e socio del killer.

IN ITALIA 830 SOCIETÀ. Ad aver vinto l’appalto sono la All System e la Securpolice. Due delle circa 830 società di vigilanza private che operano in Italia che danno lavoro a 45 mila guardie giurate, 20 mila delle quali impegnate nel pubblico.

Numeri importanti che fanno delle guardie giurate il sesto corpo di ordine pubblico italiano. I carabinieri si aggirano (dati del 2014) sulle 105 mila unità, la polizia di Stato 100 mila, quella penitenziaria poco meno di 39 mila, la Guardia di finanza 60 mila e la Forestale 7.600.

«Prima eravamo 45 mila», spiega a Lettera43.it Fabio Padovani, guardia giurata e presidente nazionale dell’Anggi (l’Associazione nazionale delle guardie giurate italiane), «poi da quando il contratto prevede personale non armato nelle portinerie, il nostro numero è sceso».

«SIAMO CONSIDERATI MENO DI ZERO». Le condizioni di lavoro, però, non sono cambiate. Precariato, turni anche di 12 ore e stipendi irrisori restano. E pesano sulle vite dei vigilantes, spesso considerati «meno di niente».

«Siamo incaricati di pubblico servizio», aggiunge Padovani, «non siamo pubblici ufficiali». Una differenza non da poco. Visto che limita le mansioni all’esclusivo controllo. «Se sei in servizio in un accesso e chiedi i documenti», racconta amareggiato il presidente dell’Anggi, «siamo derisi. Spesso ci mandano pure a quel Paese». E, educazione a parte, a ragione. «Svolgiamo gli stessi compiti delle forze dell’ordine, ma non lo siamo. Non siamo riconosciuti. Non siamo né carne né pesce».

SINDACATI INADEGUATI. Se ogni società di vigilanza è controllata da questure e prefetture, il loro contratto non è seguito dal Viminale, ma «da sindacati, spesso coordinati da persone che non sanno nulla della professione e che prima magari facevano i cassieri nei supermercati», aggiunge Padovani.

Non chiedono più poteri, questo deve essere chiaro: «Non vogliamo essere carabinieri, né poliziotti. Esigiamo solo più sicurezza. E più tutele», come quelle delle forze dell’ordine. Per esempio, essere in servizio in due in pattuglia, mentre per contratto i vigilantes devono essere soli. Corsi di autodifesa, visto che l’uso dell’arma è solo una extrema ratio. E maggiore stabilità contrattuale. «Gli stipendi sono decisi a livello provinciale e non si vedono aumenti da anni», si arrabbia Padovani.

Visita medica, nessun test e porto d’armi: come si diventa guardia giurata

Per diventare una guardia giurata non occorrono requisiti particolari. Basta essere incensurati e prendere il porto d’armi. Se poi si perde o si lascia il lavoro, l’arma resta al possessore sebbene non abbia più il porto d’armi. «Un controsenso», commenta Padovani, «che ci ha portato non pochi problemi».

Non si deve superare alcun test psico-attitudinale. Anche se l’associazione sta chiedendo di renderlo obbligatorio. Sono sufficienti una visita dal medico curante e una alla Asl. Una volta assunti da una società, si frequenta un corso generico e poi, dice Padovani «ti sbattono in strada, a rischiare la vita».

CORSI AD HOC PER IL PUBBLICO. Chi lavora presso luoghi pubblici, come un tribunale, frequenta corsi sul funzionamento del metal detector, antincendio e di primo soccorso. Più una infarinatura sulle leggi. Nulla di più.

Con Expo, alcune imprese hanno poi organizzato corsi di formazione anti-terrorismo. Visto che saranno 2 mila le guardie giurate impiegati nel sito espositivo.

Facile, ammette Padovani, che con questa crisi per molti fare la guardia giurata sia l’ultima spiaggia. «Un ripiego per molte persone rimaste senza lavoro».

VIGILANTES A MILLE EURO. E dire che la vita del vigilantes è tutt’altro che una pacchia. Anzi. Con il nuovo contratto è stato inserito il sesto livello. Tradotto si parte con una paga mensile che va dai 980 ai 1.000 euro. A Padovani va un po’ meglio. Lavora la notte, in pattuglia, 22 giorni al mese e riesce a portare a casa 1.250 euro. Una miseria se si considerano i rischi.

Vero è che il rischio dipende da città a città, da sito a sito. Così ci sono delle indennità particolari che questo rischio lo quantificano. Rischiare di essere uccisi davanti a un tribunale vale al giorno 1,90 euro. Chi invece sta sulla strada la notte si guadagna 5,61 euro in più al giorno. La vita è così valutata pochi centesimi di euro.

Come gli straordinari. La domenica, per esempio, è prevista un’indennità festiva di 0,71 euro al giorno.

Turni massacranti e zero spese: il business delle società di vigilanza

Poi c’è il capitolo precariato, cassintegrazione e sfruttamento da parte di molte imprese. «Esistono società eccellenti», fa notare il presidente dell’Anggi, «spesso fondate da ex guardie giurate. Ma la maggior parte sono nate solo per fare business. Non si preoccupano dei dipendenti, anzi».

Accade così che si venga assunti per sei mesi e poi lasciati a casa. Cosa che moltiplica il numero di armi in giro per il Paese.

«CI PAGANO SOLO LA DIVISA». L’azienda paga al dipendente solo ed esclusivamente la divisa. Al massimo, sorride amaro Padovani, costa 100 euro. Anche la pistola è a carico del lavoratore.

Le macchine per le pattuglie poi quasi sempre sono in leasing, quindi scaricabili. La formazione, che sarebbe obbligatoria ogni due anni, molte volte è solo un optional. «Molti colleghi mi hanno raccontato di aver firmato la presenza a corsi che non si sono mai tenuti», aggiunge Padovani.

La strada quella non è un optional. Le sette ore contrattuali, più una nel caso di turni da otto, spesso diventano addirittura 12. «Lavoriamo sottocosto», sottolinea Padovani. «Per svolgere il lavoro a norma, senza problemi e permettere all’impresa di guadagnare, una guardia dovrebbe guadagnare dai 19 ai 20 euro l’ora. Ne prendiamo 5,86 lordi».

GLI APPALTI AL RIBASSO. I turni spesso vengono raddoppiati. Se una società deve coprire la sorveglianza di un sito per 24 ore, spiega la guardia giurata, «le conviene spalmare l’orario su due vigilantes, che lavorano 12 ore, che su tre o quattro».

Ecco spiegati i ribassi con cui vengono vinti gli appalti: «Lucrano sulle nostre vite».

Guardie giurate, stipendi e problemi della categoriaultima modifica: 2015-04-11T11:15:49+02:00da sagittario290