L’ex direttrice di “Sarni Oro” collusa con la banda del caveau. Domanda: chi informava Bonalumi?

Cronaca

12 marzo 2015

L’ex direttrice di “Sarni Oro” collusa con la banda del caveau. Domanda: chi informava Bonalumi?

Il “sistema Bonalumi” scoperchiato dall’operazione Goldfinger tiene dentro un bel mucchio di personaggi. Malavitosi romani, esperti informatici e complici. Tanti complici. Non solo alcune guardie giurate ma anche l’ex direttore delle gioiellerie “Sarni Oro”.

Vincenza Dalessandro detta “Cinzia” era la responsabile per la provincia di Foggia. Olinto Bonalumi, capo della banda del caveau le fece visita la sera prima del blitz della Squadra Mobile nel ristorante “La Villa” al Villaggio Artigiani. Cinzia, detta “il Direttore” o “la femmina” doveva favorire l’assalto alla “Mongolfiera” assieme a un altro complice del gruppo criminale, Gianluca Contini, alias “U bell fatt”, all’epoca dei fatti guardia giurata Black Security. La Dalessandro dettava i tempi e a Bonalumi riferì di pazientare ancora qualche giorno prima di effettuare il colpo. Infatti il capo della banda comunicò ai suoi uomini che potevano ritenersi liberi per il weekend, “ma sappiate che ormai manca pochissimo”.

Fu poi la guardia giurata a comunicare l’arrivo dei plichi contenenti l’oro. Infatti Contini aveva assistito allo scarico dei preziosi il pomeriggio del giorno precedente, consegnati al personale di “Follie d’oro”. L’informazione arrivata da Contini trovò conferma solo nelle ore successive, quando Bonalumi tornò dalla Dalessandro per un ulteriore accertamento. Gli inquirenti, da tempo sulle tracce di Bonalumi, captarono la frase: “Sei molto attenta tu a queste cose, eh Cinzia…”

Insomma, pare che proprio in quella circostanza sia arrivato l’ok definitivo per il colpo alle gioiellerie. Infatti, nelle telefonate successive tra i membri della banda, vennero definiti gli ultimi dettagli con appuntamento al ristorante “La Villa” dove i malviventi giunsero indisturbati e muniti di chiave del cancello per accedere al locale. Anche il titolare dell’attività, Pasquale Amicarelli risulta indagato perché con denuncia sporta in questura affermò falsamente che ignoti si erano abusivamente e clandestinamente introdotti, contro la sua volontà, nel ristorante, incolpando dei delitti di violazione di domicilio ed invasione di edificio, Bonalumi, De Matteis, Racano, Virgili, Facchini e Papa. “Pur sapendoli innocenti – scrive il Gip sull’ordinanza – avendo preventivamente fornito loro le chiavi di accesso all’immobile”. E infatti gli uomini della Squadra Mobile videro De Angelis aprire il cancello senza alcuno sforzo. Inoltre, in un’intercettazione, Bonalumi ricordò a De Matteis di passare da “Snaps” (soprannome di Amicarelli) per prendere le chiavi.

Dopo il blitz della Mobile, la sera del 21 agosto 2012, al quale Bonalumi e De Angelis scamparono per un pelo, le intercettazioni si susseguirono. In una telefonata, De Angelis riferì al capo che un appartenente alla Polizia di Stato indicato come “quello lì” aveva “mandato a chiamare a quella lì” (la Dalessandro) per essere interrogata. Bonalumi rassicurò De Matteis confidandogli che aveva già in precedenza concordato con la donna quanto avrebbe dovuto dichiarare alla polizia nel caso venisse convocata.

Ma successivamente Bonalumi si mostrò preoccupato riferendo che gli investigatori erano in possesso di foto, intercettazioni e filmati. Ma non è tutto. Poco dopo, il capo della banda contattò di nuovo De Matteis per riferirgli che i loro telefoni erano intercettati (chi informava Bonalumi? Mistero). Poi cambiò tono, tentando di depistare gli inquirenti fingendo meraviglia per il fatto che fosse stata sentita “la femmina”. Un tono al quale si adeguò anche De Matteis.

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