Caso Compiano, Carmine Damiano esce dall’inchiesta

TribunaTreviso

Cronaca

27 marzo 2015

Caso Compiano, Carmine Damiano esce dall’inchiesta

L’ex questore di Treviso era indagato per «induzione indebita» ma il pm ha chiesto l’archiviazione, concessa dal Gip

di Daniele Ferrazza

TREVISO. Carmine Damiano esce dall’inchiesta su Compiano. Il giudice per le indagini preliminari di Treviso, Silvio Maras, ha disposto l’archiviazione del procedimento che vedeva l’ex questore indagato per il reato di «induzione indebita» – e non corruzione – a causa della consulenza professionale intrapresa dopo il pensionamento di Damiano (dicembre 2012) a favore dell’istituto di vigilanza trevigiano Nes, poi crollato in un clamoroso fallimento. L’ipotesi di reato era legata alle presunte «pressioni» ricevute da Compiano per ingaggiare l’ex questore quale consulente. Ma queste pressioni, ha accertato l’inchiesta, non vi sono mai state.

«Non ho mai dubitato che sarebbe andata così» spiega Damiano mostrando il decreto di archiviazione, chiesta dallo stesso pm Massimo De Bortoli che lo aveva indagato e il cui decreto è stato firmato dal gip lo scorso 13 marzo. «Sono contento che si sia fatta piena luce su una vicenda che mi è costata molto, soprattutto sul piano umano».

Cosa le resta di questa vicenda?

«Nessuno si deve considerare al di sopra di ogni sospetto e dunque sono felice che l’indagine si sia svolta e sia stata approfondita e il pm abbia maturato il convincimento della mancanza dei presupposti del reato. Peraltro, al pm ho consegnto una memoria e non ha ritenuto nemmeno di ascoltarmi in qualità di indagato».

Quali sono gli esiti dell’indagine?

«L’indagine ha evidenziato che io non sollecitai nulla al signor Compiano, con cui avevo rapporti puramente professionali legati al mio incarico di questore. Fu Compiano a propormi un contratto, che peraltro non nascosi mai all’opinione pubblica. Le indagini evidentemente hanno escluso ogni mia indulgenza nei confronti di tutti gli istituti di vigilanza privata, dall’altro il mio agire corretto da consulente esterno, una volta andato in pensione da questore».

Da questore lei infierì su Compiano?

«Da questore ho agito con correttezza nei confronti di tutti gli istituti di vigilanza privata, promuovendo un nuovo regolamento e verificandone l’applicazione sin dal 2011. La verifica si conclusa peraltro con importanti sanzioni nei confronti della Nes, ma anche con il ritiro e la restituzione della licenza di altri istituti privati. Feci semplicemente il mio dovere, mettendo in sicurezza un settore che complessivamente fa un migliaio di addetti nella provincia di Treviso».

Come andarono le cose?

«Verso la fine del 2012, qualche mese prima del mio pensionamento, fui avvicinato da un amico comune che mi propose di prendere un caffé con Luigi Compiano. E Compiano in quella sede mi chiese se, a conclusione del mio incarico di questore, ero disposto ad occuparmi di alcuni aspetti legati all’immagine e alle relazioni istituzionali della Nes in qualità di consulente. Naturalmente gli dissi che avrei accettato, ma solo dopo l’inizio della mia quiescenza. E così feci»

Non le parve inopportuno?

«Incaricai un importante studio legale di verificare se vi fossero ragioni ostative e mi fu risposto di no. A quel punto io ero un libero cittadino con una discreta esperienza».

Quando sottoscrisse il contratto?

«Alla fine di novembre, con la data di inizio della consulenza posticipato a gennaio».

Cosa fece esattamente per Compiano?

«Preparai uno studio per il rilancio dell’immagine e l’introduzione di alcune innovazioni legati a nuovi servizi che potevano essere attivati».

Si è mai occupato di questioni legate alla sicurezza?

«No, non mi sono mai occupato di questioni legate alla sicurezza, all’addestramento o alla gestione dei valori. Non so nemmeno dove fosse il deposito della società».

Compiano mise a sua disposizione un appartamento?

«La consulenza aveva un valore di 30 mila euro lordi annuali per un triennio e comprendeva l’uso di un appartamento-ufficio nel centro di Treviso, che naturalmente ho lasciato».

Quanto è stato pagato?

«Rilasciai la prima fattura, pari a 7500 euro, che mi fu liquidata. Le altre si sono insinuate nel fallimento della società, non essendomi state pagate».

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Caso Compiano, Carmine Damiano esce dall’inchiestaultima modifica: 2015-03-28T11:30:35+01:00da sagittario290