Mille vigilantes e 1.400 telecamere sul sito Expo

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15/01/2015

Mille vigilantes e 1.400 telecamere sul sito Expo

Il sito espositivo dell’Expo sarà monitorato costantemente da 400 telecamere lungo il perimetro. Ad esse se ne aggiungeranno altre, dentro e fuori i singoli padiglioni, montate dai Paesi partecipanti. Poiché i padiglioni in tutto saranno 145, si calcola che complessivamente gli occhi elettronici puntati sull’Esposizione universale del 2015 saranno circa 1.400.

La società che gestisce Expo installerà anche 108 metal detector per gli accessi dei visitatori. E 250 tornelli automatici ipertecnologici, di cui 40 adatti per l’accesso disabili, saranno installati presso i quattro varchi pedonali di accesso al sito espositivo. I tornelli saranno in grado di leggere ogni tipo di ticket, sia esso cartaceo o su smartphone e tablet. Domenica scorsa si è tenuta una riunione presso il cantiere, con tanto di ispezione guidata dal questore di Milano, Luigi Savina, e dal prefetto Paolo Tronca. Obiettivo: verificare lo stato di attuazione del piano sicurezza per Expo. A circa quattro mesi dall’inaugurazione e all’indomani degli atti terroristici di Parigi restano da sciogliere alcuni nodi. E cioè: quanti uomini impiegare in più rispetto al previsto, per garantire la sicurezza per i sei mesi dell’esposizione? Come garantire la protezione del sito lungo le reti di recinzione, che saranno alte tre metri? Due giorni fa, il commissario unico del governo per Expo 2015, Giuseppe Sala, nel corso di una trasmissione radiofonica, ha detto senza mezzi termini che «L’Expo potrebbe essere un bersaglio ideale per il terrorismo». Ma ha anche aggiunto: «Stiamo lavorando da un anno e mezzo sulla protezione con ministero degli interni, prefettura, questura e con le aziende che ci garantiscono la sicurezza, quindi penso che stiamo messi abbastanza bene». Poi ha sciorinato i numeri: «Essendo un sito da un milione di metri quadri, avremo 400 telecamere all’aperto e circa un migliaio in luoghi chiusi», ha confermato. «Dopodiché abbiamo una nostra vigilanza, abbiamo fatto una gara di circa un migliaio di persone (per un valore di 23,58 mln di euro), e in più si aggiungeranno le forze dell’ordine». Infatti, Digos e Ros sono già all’erta per prevenire eventuali attentati. Mentre prefettura e polizia postale sono al lavoro per attuare un progetto di prevenzione e gestione delle «cyberemergenze». Cioè, i cyberattacchi condotti da hacker. Due giorni fa, il procuratore aggiunto del servizio antiterrorismo, Maurizio Romanelli, ha tenuto un vertice in procura a Milano con i pubblici ministeri del pool (Piero Basilione, Alessandro Gobbis, Francesco Cajani e Paolo Pirrotta) il dirigente della Digos, Bruno Megale, e il comandante del reparto anticrimine dei Ros, Giovanni Sozzo. Sebbene Romanelli abbia dichiarato che al momento «non esiste una emergenza milanese», il governatore lombardo, Roberto Maroni, ha annunciato nei giorni scorsi che presto sarà a Roma per chiedere ufficialmente al premier, Matteo Renzi, di sospendere nei sei mesi di Expo il Trattato di Schengen, ossia la libera circolazione delle persone tra Europa e Italia. «Perché», dice Maroni, «contro i pazzi non c’è telecamera che tenga. Bisogna bloccarli alla frontiera». Ma Renzi a Strasburgo, nel corso del discorso di chiusura del semestre italiano di presidenza Ue in Europarlamento, si è detto contrario perchè, dice il premier, «non c’è sicurezza possibile in Europa senza libertà. E la libera circolazione delle persone all’interno dell’Europa è uno dei principi fondamentali». Intanto, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha annunciato per i controlli in città, che alle migliaia di telecamere già attive se ne aggiungeranno presto altre 700 entro l’apertura dell’Expo.

Luigi Chiarello

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