Criminalità
17 novembre 2014
L’ ANALISI
Pisa, il problema della sicurezza
Gli ultimi numeri dicono che le probabilità di essere rapinati o derubati sono diminuite. Il merito? La prevenzione si fa mettendo in strada uomini in divisa di Pietro Barghigiani
PISA. I numeri dicono che le probabilità di essere rapinati o derubati sono diminuite. Percentuali rassicuranti che segnano una tendenza e danno un riscontro all’attività delle forze dell’ordine. Le statistiche, si sa, offrono uno spaccato sul tema e si prestano a riflessioni. Quella più diretta riguarda l’eterno conflitto tra sicurezza reale e percepita.
Il 2,9 per cento in meno di reati rincuora, ma i furti, flagello doloroso a ogni latitudine, restano sempre assestati su una media giornaliera superiore a quota 30. La flessione del fenomeno fa morale, le refurtive sparite dalle abitazioni fanno arrabbiare. Per eliminare quei traffici, soprattutto legati allo spaccio, di piccolo cabotaggio alla stazione, polizia, vigili urbani e carabinieri di fatto hanno istituito un presidio permanente. Una presenza fissa è distaccata in piazza Garibaldi, controlli pressanti vengono riservati a piazza delle Vettovaglie e anche piazza Gambacorti è una sorvegliata speciale come piazza dei Cavalieri.
I miglioramenti sono palpabili e confermano un’ovvietà: la prevenzione si fa mettendo in strada uomini in divisa. È quello che vogliono vedere cittadini e commercianti a tutela di case e proprietà. Nessuno pretende di voler vivere a Macondo, ma quando ci sono attività – lo abbiamo raccontato nei giorni scorsi – che assoldano guardie giurate o blindano gli ingressi con le inferriate, vuol dire che anche se la strada imboccata è quella giusta, il cammino è ancora ai primi passi. Verso un traguardo in cui la sicurezza reale non si discosti troppo da quella avvertita dai cittadini.
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