Così la banda delle guardie giurate riforniva la camorra di armi: 900 euro per una pistola, 2700 per un fucile mitragliatore

Cronaca

15 ottobre 2014

Così la banda delle guardie giurate riforniva la camorra di armi: 900 euro per una pistola, 2700 per un fucile mitragliatore

Il Gip del Tribunale di Napoli ha disposto il carcere per i sette componenti un’organizzazione di trafficanti d’armi che rifornivano di pistole, mitra e munizioni i clan di camorra casertani e napoletani.

I sette furono fermati dai carabinieri di Mondragone (Caserta) lo scorso 10 ottobre, su mandato della Procura Antimafia di Napoli (pm Cesare Sirignano). Nel corso delle perquisizioni fu trovato, tra l’altro, anche un potente mitragliatore anticarro M60, a casa di uno degli indagati. Gli investigatori stanno cercando di capire se e a chi doveva essere venduto. Sequestrato anche un ingente quantitativo di munizioni.

A capo del gruppo, è emerso dalle indagini, c’era la guardia giurata Armando Conte, noto negli ambienti criminali per la sua competenza in materia di alterazione e riparazione di armi; tra gli arrestati anche l’altra guardia giurata Giuseppe D’Addio, incaricata di gestire gli ordinativi e le consegna delle armi.

Il gruppo aveva anche un prezzario prestabilito: per una pistola i clan pagavano tra 500 e 900 euro; per un fucile mitragliatore si poteva arrivare fino a 2700 euro.

Le indagini hanno accertato che le armi sono state vendute ad esponenti del clan dei Casalesi e ai clan napoletani dei Savarese e dei Giuliano. Ogni elemento del gruppo si occupava di soddisfare le richiese di determinati clan, facendo da intermediario.

Tra gli indagati finiti in cella, Salvatore Volgare e Attilio Iaccarino, ritenuti i referenti del gruppo nel quartiere Forcella; Antonio Nacarlo, nel rione Sanità, Arco Ciro Guadagni e Salvatore Guadagni nell’area vesuviana. Dall’inchiesta, condotta con pedinamenti e intercettazioni, sono emersi i contatti tra Conte e i titolari di alcune armerie dell’ hinterland napoletano da cui ha ricevuto nel tempo armi, munizioni e parti di esse da rivendere ai clan. Gli indagati, inoltre, si rendevano disponibili anche per le riparazioni delle armi guaste.

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Così la banda delle guardie giurate riforniva la camorra di armi: 900 euro per una pistola, 2700 per un fucile mitragliatoreultima modifica: 2014-10-16T11:45:25+02:00da sagittario290