Metodo Csi per gli assalti ai portavalori, arrestato dopo tre anni grazie al Dna nei guanti

Cronaca

18 settembre 2014

Metodo Csi per gli assalti ai portavalori, arrestato dopo tre anni grazie al Dna nei guanti

Prelievo salivare e confronto nella banca dati criminale per una delle menti dell’assalto a colpi di kalashnikov a un blindato avvenuto nel Foggiano

di MARIA GRAZIA FRISALDI

Gli esiti del tampone salivare non lasciano scampo. E a distanza di tre anni, i carabinieri del comando provinciale di Foggia trovano in Francesco Pio Gentile, 46enne di Mattinata, la chiave di volta nelle indagini del tentato assalto al furgone portavalori della NP Service, avvenuto il 2 settembre del 2011, sulla strada per San Nicandro Garganico. Un’attività complessa, portata avanti senza soluzione di continuità fino alla svolta finale: un guanto in lattice blu, di quelli calzati dagli uomini del commando, sfilato e dimenticato in una delle tre auto utilizzate per tentare di assaltare il portavalori in transito sulla provinciale 41bis, che collega San Nicandro a Torre Mileto, e mettere le mani sulle rimesse di denaro destinate a banche ed istituti di credito del Gargano.

Mezzi (una Fiat Stilo e due Audi A4) che vennero ritrovati abbandonati in località “Spina Pulci” e fatti oggetto di accuratissimi accertamenti tecnici e rilievi finalizzati ad isolare tracce, reperti e profili genetici dei rapinatori tramite i materiali sequestrati al loro interno. Proprio come il guanto dimenticato da uno dei dieci rapinatori armati fino ai denti, con fucili, kalashnikov e altre armi ad alto potenziale di fuoco. Isolati alcuni reperti, i militari hanno proceduto a sovrapporre il profilo genetico recuperato con quelli di soggetti coinvolti in episodi similari, fino a trovarne completa corrispondenza negli esiti del tampone salivare di Francesco Pio Gentile, ritenuto dagli inquirenti un soggetto vicino alla famiglia Romito.

Nei suoi confronti, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, essendo gravemente indiziato dei reati in concorso di tentata rapina, porto e detenzione illegale di armi e ricettazione. La rapina venne sventata dal tempestivo intervento dei carabinieri allertati da un collega libero dal servizio che – benché “sequestrato” come gli altri automobilisti in transito sulla direttrice – era riuscito ugualmente ad allarmare la centrale operativa. Con i militari, i malviventi ingaggiarono un fitto conflitto a fuoco, una pioggia di proiettili ad altezza d’uomo che solo per miracolo non ha provocato feriti.

Il colpo, infatti, era stato programmato in pieno giorno, lungo una strada trafficata e frequentata dai tanti bagnanti che dal paese raggiungono la spiaggia di Torre Mileto. Tutti sequestrati dai malviventi che hanno requisito loro – dietro la minaccia delle armi – i telefoni cellulari e le chiavi delle auto, mentre con le tre berline e una betoniera bloccavano il traffico in entrambi i sensi di marcia, così da creare “un’area cuscinetto” per lavorare con le fiamme ossidriche sul vano portavalori. L’arrivo dei carabinieri e il conflitto a fuoco hanno però rimescolato le carte di un piano programmato da tempo e nei minimi dettagli, costringendo i malviventi alla fuga. Sventato il colpo, i carabinieri hanno rinvenuto sulla strada 16 bossoli calibro 7,62 esplosi dai kalashnikov, 2 cartucce inesplose di fucile cal. 12 a pallettoni e 5 bossoli di cartuccia cal. 9. L’arrestato è stato associato alla casa circondariale di Foggia.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/09/18/news/dna_rapina-96062382/

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