Rocco Granata: “Furto cadavere, sembrava una strategia

Cronaca

22 agosto 2014

Rocco Granata: “Furto cadavere, sembrava una strategia, accerterò se c’erano dei complici interni”

Il manager dell’azienda ospedaliera descrive il “raid” al Cardarelli di Napoli: “Un gruppo di almeno 150 individui si è spinto fin nella Neurologia”

di GIUSEPPE DEL BELLO

L’irruzione nel più grande presidio ospedaliero del Mezzogiorno ha destato impressione nell’opinione pubblica e preoccupa i dirigenti. Rocco Granata, manager dell’azienda, affida il suo sfogo a “Repubblica”: “Qui subiamo violenza quotidianamente. L’azione portata a segno nella notte tra lunedì e martedì è il frutto di questa condizione”. Granata descrive il raid: “Un gruppo di almeno 150 individui si è spinto fin nella Neurologia.

Ovviamente, approfittando dell’assenza della guardia giurata accorsa in aiuto in corsia. E pensare che c’era anche il drappello di polizia, mentre è intervenuta una volante chiamata dal piantone”. Poi denuncia le carenze di personale: “Abbiamo perso ben 1200 dipendenti in tre anni. Oggi ne sono rimasti 2800. Nel dettaglio: all’appello mancano quindici primari di ruolo e centomedici. E per la vigilanza spendiamo tantissimo”

IL CADAVERE” rubato” nel reparto riaccende i riflettori sul Cardarelli. Stavolta più che mai il gigante della sanità metropolitana si è dimostrato fragile. E ha dovuto sventolare bandiera bianca di fronte alla folla di criminali che, tre giorni fa, ha messo sotto scacco l’intera struttura per riappropriarsi del “caro estinto” imparentato con un boss. Rocco Granata, da anni manager dell’azienda ospedaliera e in regime di proroga fino al 29 agosto, si sfoga. E denuncia la situazione di un presidio che ormai “si vede sotto assedio continuo”.

Direttore, lei è al timone del più grande ospedale del sud, dovrebbe essere anche il più “sicuro” e sorvegliato. Come è potuta accadere una cosa del genere?

“Qui, subiamo violenza quotidianamente. L’azione portata a segno nella notte tra lunedì e martedì è il frutto di questa condizione. Da quanto siamo riusciti a ricostruire è stato compiuto un intervento su due fronti, dall’esterno e dall’interno dell’ospedale. Un gruppo di persone, una trentina, si è intrufolato nel pronto soccorso, un altro foltissimo, almeno 150 individui, si è spinto fin nella Neurologia. Ovviamente, approfittando dell’assenza della guardia giurata accorsa in aiuto in corsia. E pensare che c’era anche il drappello di polizia, mentre è intervenuta una volante chiamata dal piantone. Insomma, è sembrata una vera e propria strategia. Ho avviato un’indagine interna per accertare l’eventuale responsabilità di qualche operatore del Cardarelli”.

Stiamo parlando di eventuali connivenze di qualche operatore interno con gli autori dell’assedio?
“Non posso dirlo. Ma certo è mio dovere eliminare ogni dubbio su eventuali, dico eventuali, ipotesi di collegamenti con persone che lavorano all’interno”.

Sarà difficile ricomporre il puzzle?

“Non credo. Ho fiducia negli inquirenti. Ora tutto il materiale è all’esame di polizia e magistrati”.

Ma se possono verificarsi blitz come questo, significa che la vigilanza al Cardarelli è insufficiente?

“In senso generale devo dire no: perché questa non è una caserma. Abbiamo uno sbarramento di guardie giurate in pronto soccorso, fuori c’è un’altra unità, e per ogni piano, di notte, c’è almeno una guardia in servizio. Spendiamo tantissimo per la vigilanza, ma poi c’è un problema di cultura. È vero che ci sono operatori che lavorano in condizioni precarie, ma la violenza è un’altra cosa. Se poi ci riferiamo alle carenze di personale, allora ce n’è da dire”.

In che senso?

“Un dato. Sa quante persone se ne sono andate senza essere sostituite? Ben 1200 dipendenti in 3 anni. Oggi ne sono rimasti 2800. Nel dettaglio: all’appello mancano 15 primari di ruolo e 100 medici. Andiamo avanti con personale sanitario precario che presta servizio con incarichi rinnovati di volta in volta, per ora, fino al 2016. Ma sono professionisti senza certezza di stabilità. Di infermieri siamo sotto di qualche centinaio di unità, mentre la grossa piaga è rappresentata dagli ausiliari”.

Anche questi sono pochi?

“Ce ne vorrebbero 250, ma il problema annoso non è mai stato risolto dalla Regione, né prima, né ora con Caldoro. A suo tempo era stato finanziato con fondi europei un corso di formazione destinato a 13mila sociosanitari: persone formate sulla carta che poi avrebbero dovuto essere assunte. A noi è stato detto di fare i corsi, ma come li avremmo dovuti selezionare? Il meccanismo è perverso: trascorsi i sei mesi di incarico, non avrei come sostituirli “.

Nel frattempo, come ha risolto?

“Nel dubbio, non ho assunto nessuno, e il lavoro che sarebbe degli ausiliari viene svolto dagli infermieri, in straordinario”.

Anche lei deve fare i conti col blocco del turn-over: non sente di ribellarsi a una situazione capestro?
“Certo, e infatti mi sono fatto sentire. Ho spedito lettere al ministro della Salute, prefetto e governatore. Ho fatto presente che Caldoro dovrebbe avere poteri straordinari e invece è in difficoltà perché tutto deve passare al vaglio del tavolo tecnico dei ministeri di Economia e Sanità”.

Un’anestesista del suo ospedale, Spatola, ha denunciato a Re-pubblica lo scandalo del Policlinico che non fa emergenza…
“Ho letto e apprezzato. La verità è che quando si vuole organizzare un’attività di pronto soccorso non si chiede, si organizza assicurando il personale necessario. Si doveva completare il procedimento con l’integrazione della legge 517: nelle altre regioni è stato fatto. Mi devono spiegare perché i posti letto del Cardarelli non possono essere utilizzati per fare formazione. Gli specializzandi universitari li integrerei con i dipendenti in accompagnamento al medico strutturato. Così, invece di avere in turno 3 unità, ne lascerei 2, con un terzo, lo specializzando, che imparerebbe sul campo. E poi, mi spiegassero come mai i pronto soccorso ostetrici funzionano alla perfezione”.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/08/22/news/allarme_di_rocco_
granata_furto_cadavere_sembrava_una_strategia_accerter_
se_c_erano_dei_complici_interni_il_manager_-94259915/

Rocco Granata: “Furto cadavere, sembrava una strategiaultima modifica: 2014-08-23T11:15:51+02:00da sagittario290