C’è un buco nel caveau: il grande scandalo della vigilanza privata

Cronaca

25 luglio 2014

INCHIESTA

C’è un buco nel caveau: il grande scandalo della vigilanza privata

Milioni spariscono dai forzieri dei portavalori, senza rapine e grazie ai silenzi delle autorità. Solo dalle casse della Nes di Treviso ne sono scomparsi 40. Ora si indaga e spunta un nome noto: l’ex questore nella città veneta e ora presidente della Mantovani spa, società coinvolta nei maxi scandali del Mose e dell’Expo

di Fabrizio Gatti

L’incredibile vicenda della «Nes-North East Service» di Treviso finisce in un’inchiesta sui buchi colossali e i raggiri delle società portavalori.

Il titolare Luigi Compiano è stato pizzicato con uno scoperto nei caveau per quaranta milioni. Il suo sistema era molto più ingenuo. Firmava un assegno a se stesso e lo faceva depositare nel caveau a garanzia del contante prelevato. Ovviamente l’assegno non garantiva un bel niente visto che il conto corrente di Compiano non copriva il debito.

Con quei soldi, il presidente della «Nes» tra l’altro ha comprato 500 auto da collezione, 70 motoscafi da gara, 140 moto, 60 bici da corsa, quasi tutte Bianchi, e quattro affettatrici Berkel. Beni custoditi in sette capannoni, ora sotto sequestro.

Trentuno milioni se ne sarebbero andati così. Altri otto milioni sarebbero il bottino di rapine e furti non denunciati per evitare aumenti dei premi assicurativi. La Procura e la Guardia di finanza hanno appena concluso l’indagine, sequestrando beni per dodici milioni a Compiano.

Le 305 guardie giurate messe in cassa integrazione, sui 500 dipendenti della società, sono l’eredità che Compiano ha scaricato sulle casse pubbliche italiane. Eppure la contabilità in ordine dovrebbe essere garantita a monte, visto che ciascun istituto opera e si aggiudica appalti in base a una licenza rilasciata dal prefetto.

Anche Compiano, forse, poteva essere fermato. Nel febbraio 2012 la polizia di Treviso scopre trentadue viaggi in cui i furgoni della «Nes», secondo l’accusa, trasportavano denaro non tracciato e non dichiarato: sei, sette, dieci, perfino 18 milioni per volta, senza la scorta prevista. Una violazione grave che può concludersi con la sospensione o la revoca della licenza.

Invece Compiano se la cava con una semplice multa. Ora si è scoperto che il questore Carmine Damiano ancora in servizio era già a libro paga di Luigi Compiano: un contratto di consulenza che, secondo la Guardia di finanza, gli fa incassare 25 mila 500 euro in tre mesi, più 18.300 euro all’anno di affitto pagato per una casa in centro a Treviso, più un’Audi in prestito.

Il contratto viene siglato il 29 novembre 2012. Il giorno dopo, il 30 novembre, il questore firma una dichiarazione su carta intestata in cui personalmente certifica la buona condotta del gruppo «Nes» e Compiano la spedisce in fotocopia ai clienti per riconquistare la loro fiducia. Una dichiarazione decisamente anomala.

Quando scoppia la bomba degli ammanchi nei caveau, Damiano è già altrove. L’ex prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi ha speso una buona parola per lui, perché sostituisca al vertice della «Mantovani spa» Piergiorgio Baita, appena arrestato. Così la racconta Baita. E l’ex questore diventa il nuovo garante della legalità nell’impresa più pagata del momento. Salvo ritrovarsi dopo pochi mesi indagato per corruzione per lo scandalo Nes.

http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/07/25/news/c-e-un-buco-nel-caveau-il-grande-scandalo-della-vigilanza-privata-1.174374

C’è un buco nel caveau: il grande scandalo della vigilanza privataultima modifica: 2014-07-26T11:45:36+02:00da sagittario290