Fino a dieci ore di attesa al Pronto Soccorso.

Cronaca

07/06/2014

Codice rosso al San Timoteo

Fino a dieci ore di attesa al Pronto Soccorso. E con l’estate si rischia il collasso

Giornata di fuoco quella del 6 giugno al Pronto Soccorso dell’ospedale San Timoteo di Termoli dove due medici e tre infermieri hanno dovuto fare i conti con numerosi pazienti giunti al reparto di emergenza. Una donna ha dovuto aspettare quasi dodici ore prima di essere dimessa. La carenza di personale stride con le richieste di intervento e in vista dell’estate si rischia il collasso quando il Basso Molise sarà popolato da oltre centomila villeggianti.

Termoli. Quando si prenota una camera in albergo e la reception accetta un numero di prenotazioni superiore ai posti disponibili si determina una situazione chiamata «overbooking». In questo caso la direzione è obbligata a trovare una sistemazione alternativa in una struttura di categoria uguale e superiore. Quando però «l’overbooking», per modo di dire, si determina al Pronto Soccorso di un ospedale di obblighi non ce ne sono. Bisogna semplicemente aspettare, perché nessuno ti trasferisce in strutture di categoria uguale o a sei stelle. Tranne in casi molto urgenti ma almeno questo caso, per fortuna, siamo in un certo senso «garantiti».

Fatto sta che al Pronto Soccorso dell’ospedale San Timoteo di Termoli la situazione sta diventando davvero insostenibile. A dirlo sono i numeri e i tempi di attesa. Nella giornata del 6 giugno – racconta uno dei pazienti ricoverati – una donna è stata costretta ad aspettare quasi dodici ore prima di essere dimessa. Certo, il suo caso non era un «codice rosso» ma questo non giustifica la sua odissea: possibile che si debba attendere tutto questo tempo per un «diritto» garantito dalla Costituzione?

La colpa non è certo dei medici e degli infermieri che in termini di impegno e di disponibilità non fanno eccezione. Il problema è che sono pochi, troppo pochi. Il personale è sotto organico se si pensa che in servizio ci sono due medici e tre infermieri dei quali uno impegnato a fare il triage, ossia a «smistare» i pazienti tra i codici di gravità. «La domanda sorge allora spontanea» come diceva un noto conduttore televisivo: «Se già ora al Pronto Soccorso si rischia il collasso che cosa potrebbe succedere durante l’estate quando il bacino d’utenza può superare i centomila abitanti?».

I timori e i dubbi sono tanti anche perché l’ospedale di Termoli è «frequentato» da numerosi pazienti provenienti dalla Capitanata e dal vicino Abruzzo, da San Severo a Lesina fino ad altri centri più o meno meridionali.

E tra i problemi c’è anche quello della disponibilità dei posti letto e di barelle. Reparti anche in questo caso in «overbooking» per restare in termini di tour operator dove bisogna aspettare prima di poter «trasferire» un paziente dal reparto di prima emergenza a quello degenza.

Le foto pubblicate a corredo dell’articolo sono state scattate nel pomeriggio del 6 giugno e lasciano spazio a poche interpretazioni. Non è un problema di codici di gravità ma di «gestione ordinaria» e di rischio «scoppio». Per evitarlo non servono tavoli tecnici o piani operativi ma basta trascorrere una giornata al Pronto Soccorso e magari dare una mano anche al portantino di turno che fa sopra e sotto tra le corsie dell’ospedale. E una alla guardia giurata. Anche per lui c’è tanto lavoro, quasi da «buttadentro» ma non si tratta di una discoteca.

http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=16788

Fino a dieci ore di attesa al Pronto Soccorso.ultima modifica: 2014-06-08T11:00:13+02:00da sagittario290