Corruzione, Damiano davanti al pubblico ministero il 26 giugno

Cronaca

16 giugno 2014

l’indagine nata dallo scandalo nes

Corruzione, Damiano davanti al pubblico ministero il 26 giugno

Tra dieci giorni si siederà di fronte al pubblico ministero per dare risposte. L’ex questore Carmine Damiano, indagato per corruzione dalla Procura di Treviso, ha deciso di rispondere all’invito a comparire che gli è stato notificato dal pm Massimo De Bortoli. Un colloquio, non un interrogatorio, nel corso del quale Damiano potrà dare spiegazioni relative alla contestazioni che gli inquirenti hanno mosso contro di lui. È accusato (anche se le indagini sono ancora in corso) di corruzione. I riflettori della Procura si sono accesi su due documenti: da una parte un contratto di consulenza (che prevedeva un compenso da 50 mila euro) firmato da lui, quando ancora ricopriva l’incarico di questore e un atto in cui lo stesso Damiano sottoscriveva che in Nes tutto andava per il meglio.

La Procura indaga su strane coincidenze, vuole capire perché l’ex questore abbia deciso di accettare l’incarico con l’azienda di vigilanza privata nonostante rivestisse ancora il ruolo di numero uno della polizia trevigiana. Poi quella strana carta rinvenuta dalla Guardia di Finanza nel corso dell’indagine originaria, quella sul buco da 104 milioni di euro alla Nes di Luigi Compiano. Un documento in cui Damiano si spenderebbe per la North East Services, sostenendo che tutto nell’azienda funziona per il meglio. Eppure, pochi mesi prima (tutto si consuma tra inizio e fine 2012) Damiano non aveva esitato a denunciare i vertici dell’istituto di vigilanza perché, alla luce delle indagini svolte dalla stessa polizia, nel trasporto dei valori non sarebbero state rispettate le norme di sicurezza. A che si deve questo radicale cambio di rotta? L’ipotesi di reato formulata da De Bortoli è corruzione. Un’accusa che pesa come piombo, alla luce dell’incarico che ricopre Carmine Damiano: ha preso il posto di Piergiorgio Baita (arrestato a inizio 2013) alla presidenza dell’impresa di costruzioni Mantovani Spa. Come sarebbe avvenuto il passaggio da Treviso a Venezia? Secondo le stesse dichiarazioni di Baita, il grande accusatore dello scandalo Mose, sarebbe stato l’ex prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi (vicino alla famiglia Ligresti e all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) a fare il nome di Damiano per la successione di Baita in vista dell’Expo di Milano 2015.

Fabiana Pesci

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