Altre due nuove vittime del vigilante molestatore

Cronaca

29 giugno 2014

Altre due nuove vittime del vigilante molestatore

Le giovani si sono presentate in Questura per denunciare la loro esperienza Si aggrava la posizione dell’uomo, residente a Mira, accusato di violenza sessuale

MIRA. Si allarga l’inchiesta sul vigilante nigeriano, Anthony Chukwuemeka Igwe, 41 anni di Mira, accusato di aver pesantemente molestato tre ragazze trevigiane, dopo averle sorprese a rubare all’Oviesse di via Indipendenza. Gli uomini della Squadra mobile hanno sentito, ieri mattina, altre due giovani donne, che si sono presentate spontaneamente in Questura, per raccontare la loro esperienza. Le nuove testimoni avrebbero confermato di essere state vittime delle molestie del nigeriano, anche se in forma più lieve rispetto all’episodio di fine maggio che ha visto come protagoniste le tre ragazze trevigiane.

Gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal commissario Enrico Biasutti, sono convinti che le vittime delle morbose attenzioni del vigilante nigeriano possano essere state più di quelle finora denunciate. Per questo motivo è stato deciso di divulgare la fotografia del vigilante africano per lanciare un appello alle eventuali altre vittime di farsi avanti. L’uomo, infatti, lavorava alle dipendenze di un’azienda padovana che assicura la vigilanza in diversi negozi del Veneto.

I due nuovi casi sarebbero avvenuti un paio di mesi fa. Le giovani donne hanno trovato il coraggio di denunciarlo soltanto dopo aver ricevuto la notizia dell’arresto del vigilante nigeriano. Nel loro caso, però, le molestie sessuali sarebbero avvenute in ufficio ma senza essere costrette a denudarsi quasi completamente come le tre ragazze trevigiane.

La vicenda che ha portato all’arresto di Anthony Chukwuemeka Igwe risale alla tarda mattinata del 30 maggio scorso quando le tre ragazze entrano nel negozio di Oviesse in via Indipendenza. Le tre giovani passano da un reparto all’altro finché la loro attenzione non si incentra su alcune magliette. Entrano ed escono dai camerini per provarsele. Poi, ad una di loro passa per la testa l’idea di togliere l’etichetta e di nasconderla in una borsetta. Le tre ladruncole non sanno di essere finite nel mirino di un addetto alla vigilanza nigeriano che da tempo le segue con discrezione e a distanza. L’uomo aspetta che le giovani oltrepassino la cassa e poi le blocca. Le convoca nel suo ufficio e dopo una lunga reprimenda le invita ad una ad una, separatamente, a spogliarsi con la scusa di perquisirle.

Una perquisizione troppo intima che ha indotto le ragazze a denunciare prima ai genitori e poi in questura la vicenda. Da qui l’arresto.

Marco Filippi

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