Violenta due nipotine per quindici anni. Arrestato vigilante

Cronaca

16-05-2014 13:21

ABUSO SESSUALE

Violenta due nipotine per quindici anni. Arrestato vigilante

Il vigilante ha abusato anche di una loro amichetta. Approfittava di loro in automobile, le controllava e le pedinava.

Scrive il pm che l’orco «ha cominciato ad abusare delle nipoti quando le stesse erano bambine, e senza soluzione di continuità per moltissimi anni successivi, creando così un evidente rapporto di soggezione psicologica delle stesse, ormai abituate a sopportare gli abusi, quasi si trattasse di una normale modalità dello zio di rapportarsi con loro».

Avevano nove e sette anni, quando tutto quanto iniziò: nel caso della prima, le violenze sono durate «undici anni»; per la seconda, «quindici». Il maniaco, che ha cinquant’anni, abita fuori città, è uno zio. Stuprata anche un’amica delle due sorelline, che aveva la colpa di frequentare la loro casa. Ci hanno messo un’infinità di tempo (le persecuzioni avevano frequenza settimanale), una fatica che nemmeno si può immaginare, al pari del coraggio: ma alla fine le sorelle, anzi una in particolare, s’è confidata con uno psicologo, e ne ha parlato con una zia, e ha raccontato agli investigatori. Sempre però con un terrore, un ulteriore terrore, come lei confidava: che la gente, e prima della gente la sua stessa famiglia, non le credesse e la considerasse una povera pazza.

Lo zio, finito in galera nell’operazione condotta dalla squadra mobile della Questura, approfittava delle vittime quando dormivano, quando andava a prenderle a scuola, quand’erano sole, senza la mamma. Le bloccava contro il muro o contro il frigorifero o contro il tavolo, abusava di loro, le spogliava, le obbligava a rapporti, le costringeva a guardare film pornografici e ripetere le scene…

Possibile che in casa nessuno si sia mai accorto di niente? Nelle carte dell’indagine non v’è riferimento a eventuali responsabilità di altri famigliari; ma c’è, e viene rimarcata, l’estrema difficoltà delle bambine poi divenute grandi nel trovare qualcuno con cui confidarsi, condividere la tragedia. Possibile che, per dire, a scuola nessun professore abbia mai percepito e raccolto un segnale indirettamente lanciato dalle studentesse? A volte, quand’erano davvero piccole, l’orco le faceva salire in macchina, con la scusa di un giretto nei dintorni, e invece «succedeva che lui abusava di me… Indossava la divisa… In quelle situazioni, trovandomi da sola con lui, in un luogo isolato con la pistola, avevo paura a ribellarmi perché pensavo che avrebbe potuto perdere la testa». Quanto alla pistola, l’uomo la deteneva regolarmente, essendo una guardia giurata.

I racconti delle vittime sono racconti di una resistenza abbozzata ma mai riuscita («Cercavo di allontanarmi»), di violenze perenni, anche lontano dalla vita quotidiana («Eravamo al mare, mentre ero in acqua si avvicinava…»). Ma di nuovo, possibile che soltanto così tardi una delle ragazze si sia opposta e ne abbia parlato? Scavando nel degrado s’è scoperto che altre due nipoti, molto indietro negli anni, avevano sofferto le torture dell’uomo (le violenze sono cadute in prescrizione). Leggiamo un altro passaggio del pm: «Le due ragazze sono state praticamente allevate nella convinzione della quasi ineluttabile soggezione alle violenze dello zio, quasi che quello fosse il modo normale (o, comunque, inevitabile) con una figura maschile comunque importante e di riferimento… Non c’è dubbio che tali fatti si inseriscano in una complessiva situazione di dominio».

fonte: Corriere

http://www.net1news.org/cronaca/abuso-sessuale/violenta-due-nipotine-per-quindici-anni-arrestato-vigilante.html

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