Rapina al portavalori, tanti dubbi e scarse certezze

Cronaca

02/05/2014 – 15:35

SEZZE VIOLENTA

Rapina al portavalori, tanti dubbi e scarse certezze

Vacillano gli indizi raccolti dagli inquirenti a carico dei due apriliani arrestati. E Grimaldi e Rosati chiedono di tornare in libertà.

Tanti, tantissimi i dubbi sulla rapina compiuta il 1 marzo scorso a Sezze. Sospetti che non sono stati cancellati dagli arresti di Gianluca Grimaldi e Manuel Rosati, ma che anzi si sono amplificati, come emerso dall’interrogatorio dei due apriliani. Grimaldi, 39 anni, e Rosati, 26 anni, hanno negato di essere gli autori del colpo ai danni dei vigilantes della Securitas Metronotte di Latina, impegnati a consegnare 150 mila euro all’ufficio postale di piazza De Magistris. E gli indizi a carico dei due indagati lasciano spazio a numerose zone d’ombra.

I FATTI. Due metronotte sono stati bloccati dai rapinatori, picchiati e rapinati. I malviventi si sono poi dati alla fuga a piedi. A riconoscere gli autori della rapina sono stati soltanto uno dei vigilantes e un passante. Il primo, però, dopo aver indicato Grimaldi come il suo aggressore, vedendolo su una foto a lui mostrata dai carabinieri, quando si è trovato faccia a faccia con l’indagato non lo ha riconosciuto. La giustificazione? Nella foto aveva un orecchino e durante la ricognizione personale no. Il passante, invece, ha sostenuto che Grimaldi e Rosati erano i due uomini da lui visti fuggire in via Garibaldi, poco dopo la rapina, riconoscendoli sia in foto che di persona. Unico elemento forte della ricostruzione fatta dagli inquirenti. A distanza di oltre due ore dal colpo, i due apriliani, insieme a un minorenne, sono stati visti dai carabinieri uscire da un casolare su via Selciatella, ad Aprilia. Gli arrestati hanno detto di essere lì a fare asparagi, mentre il minore ha parlato della ricerca di denaro sepolto da un’anziana, circa 150 mila euro. I militari hanno trovato una buca appena scavata, ma nessuna traccia dell’ingente somma. Visto che il bottino della rapina era proprio di 150 mila euro quello è stato però ritenuto un ulteriore indizio. Sull’auto utilizzata dai rapinatori, una Fiat Punto rubata, non sarebbero poi state trovate impronte. Un rebus.

LE ARMI. Nel corso della rapina i vigilantes sono stati anche privati delle pistole di ordinanza. Delle due armi non è stata però trovata alcuna traccia. Come del denaro.

L’INTERROGATORIO. Davanti al gip Iansiti, Grimaldi e Rosati, difesi dagli avvocati Oreste Palmieri e Mario Vulcano, hanno respinto ogni accusa e chiesto di essere rimessi in libertà. Mentre il giudice sta valutando se far uscire i due dal carcere, l’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano sulla rapina sembra tutta in salita.

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Rapina al portavalori, tanti dubbi e scarse certezzeultima modifica: 2014-05-03T11:30:30+02:00da sagittario290