Bar fracassoni, il primo stop provoca proteste e divisioni

Cronaca

27.05.2014

Bar fracassoni, il primo stop provoca proteste e divisioni

I gestori: «Il problema non c’è» Al vaglio la situazione di un altro esercizio. Confesercenti: «Forze dell’ordine fisse in piazza Erbe»

Il provvedimento del Comune contro i bar fracassoni miete la prima «vittima». Ieri a Palazzo Barbieri si è tenuto un incontro tecnico con i gestori e i legali del Duchi bar di corso Porta Borsari, considerato uno dei locali problematici quanto a degrado e movida molesta, e ne è stata sancita la chiusura anticipata a mezzanotte, durante i fine settimana, per un mese.

Rimane ancora aperto e tutto da discutere, invece, il provvedimento a carico dell’altro bar additato come fracassone: Le Piere di via Sant’Egidio. «Abbiamo ricevuto la comunicazione di avvio di un procedimento, ma al momento stiamo ancora attendendo dal Comune la documentazione relativa alle contestazioni mosse», spiega Maria Luisa Tezza, legale dei gestori del bar in zona Carega. «Si tratta però di questioni che ribatteremo punto per punto: a nostro parere il problema non sussiste».

In generale, comunque, la decisione della giunta di arruolare l’esercito, la polizia e i vigili contro il degrado in centro storico che sarebbe causato da alcuni locali i cui clienti, tra l’altro, oltre che a tenere svegli i residenti ridurrebbero a latrine a cielo aperto i vicoli e le vie della città antica, raccoglie opinioni contrastanti.

«Occorre un intervento drastico per far capire che certi eccessi non vengono e non verranno tollerati. La presenza fissa in Piazza Erbe delle forze dell’ordine sarebbe l’ideale per bloccare questi fenomeni. Senza scomodare l’esercito basterebbero forse i nostri vigili urbani. Questo andrebbe a tutelare anche le altre attività del centro storico che rispettano regole e orari, tutelando non solo gli abitanti ma anche le imprese stesse», commenta Fabrizio Tonini, direttore di Confesercenti, convinto che «la presenza della forza pubblica aiuterà gli stessi titolari dei bar a far rispettare le regole. Spesso sono gli stessi gestori a essere ostaggio di una clientela troppo esuberante. Se poi ci sarà, e deve essere verificata attentamente, la complicità del gestore, allora si dovranno prendere in considerazioni sanzioni amministrative, sempre nell’ottica della tutela di chi rispetta le regole».

Una linea, quella di Confesercenti, sposata anche da alcuni gestori del centro storico, come il titolare del celebre Mazzanti di piazza Erbe. «È dal 2008 che abbiamo istituito un servizio di vigilanza privata con l’obiettivo di arginare e selezionare la clientela evitando e prevenendo disagi e situazioni poco piacevoli», dice. «Da residente, inoltre, conosco bene la situazione: il rumore e gli schiamazzi ci sono, il fenomeno esiste. Detto questo, si tratta di problemi di ordine pubblico che i gestori possono controllare solo in minima parte, rispettando orari e regolamento. Il resto tocca alle forze dell’ordine e quindi ben venga questo spiegamento: con noi e non contro», aggiunge.

Meno entusiasta è la posizione, invece, di Confcommercio. «Siamo al fianco dell’amministrazione quando ci sono da combattere situazioni estreme», sostiene Giorgio Sartori, direttore di Confcommercio. «Respingo categoricamente al mittente, invece, la posizione di chi sostiene che esista un fenomeno di degrado da bar. Elementi di disturbo esistono, certo. Ma si tratta di pochissimi casi isolati e ben individuati, che vanno sanati con provvedimenti ad hoc. Generalizzare è sbagliato e controproducente», aggiunge Sartori.

Ilaria Noro

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