L’aiuola per Montanino ridotta a immondezzaio

Cronaca

(07 febbraio 2014)

L’aiuola per Montanino ridotta a immondezzaio

La denuncia della vedova. La guardia giurata fu assasinata in piazza del Carmine il 4 agosto 2009, aveva 45 anni

di RAFFAELE SARDO

“Un immondezzaio”. A questo è ridotto l’aiuola di piazza del Carmine, zona Mercato a Napoli, dove c’è un albero e una pietra che ricordano Gaetano Montanino, vittima innocente di camorra. La denuncia arriva dalla vedova di Montanino, Luciana di Mauro, che si è trovata più volte nell’impossibilità di lasciare un fiore sul posto che ricorda il marito, a pochi metri da dove fu ucciso la notte del 4 agosto del 2009. “E’ diventata bivacco per persone che mangiano proprio in quel posto i pasti che ricevono dalla vicina sede della Caritas e lasciano in bella mostra rifiuti di ogni tipo”. Si lamenta Luciana.

Gaetano Montanino, 45 anni, guardia giurata e dipendente dell’istituto “La vigilante”, quella notte, verso le 2, era in auto con il suo collega, Fabio De Rosa, di 25 anni, davanti ad un negozio di giocattoli in piazza del Carmine. Una notte d’estate come le altre, calda e afosa, che si trasforma in un inferno quando due giovinastri del quartiere, vicini al clan Contini, decidono di rapinare le armi ai due vigilanti.

Con i volti coperti da un casco, Davide Cella e Salvatore Panepinto, arrivano su uno scooter e colgono di sorpresa Montanino e De Rosa. “Non vi muovete e dateci le pistole”. Gaetano Montanino reagisce. Tira la pistola dalla fondina e fa fuoco. Anche i due I rapinatori sparano. Sono attimi di terrore. Montanino viene raggiunto da otto colpi di pistola. Muore subito. Fabio De Rosa è più fortunato, è ferito nonostante sei colpi di pistola. Uno dei due giovani aggressori, Davide Cella, rimane ferito a sua volta. Al processo per la morte di Gaetano Montanino, i due killer saranno condannati a vent’anni di carcere.

L’albero e la pietra che ricordano Montanino furono posti nell’aiuola di piazza del Carmine il 26 aprile del 2013, alla presenza di don Luigi Ciotti, del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e di numerosi familiari di vittime innocenti della criminalità. De Magistris, in particolare, quella mattina, parafrasando Eduardo De Filippo che anni prima aveva detto ai giovani: “Fuitevenne”, pronunciò parole impegnative: “Io dico che sono loro, i camorristi, che devono andare via e non i nostri giovani”. Ed è a lui che si è rivolta Luciana di Mauro per ridare dignità all’aiuola che ricorda il marito:

“Non è consentito a nessuno calpestare la memoria in questo modo – dice la vedova Montanino – “Il ricordo è fondamentale”aveva affermato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris in occasione della cerimonia svolta ad aprile dello scorso anno, ed era sicuramente sincero. Ma vorrei dirgli che in questo Paese, spesso indifendibile, proprio il “ricordo” non si può smettere di difenderlo perché, dice spesso don Luigi Ciotti, sarebbe come lasciare campo libero a proiettili non meno pericolosi di quelli di piombo: i “proiettili, dell’incuria e dell’indifferenza”.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/02/07/news/l_aiuola_
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L’aiuola per Montanino ridotta a immondezzaioultima modifica: 2014-02-08T11:00:03+01:00da sagittario290