Aggressione al Csm ferita guardia giurata

Cronaca

12 Gennaio 2014

Aggressione al Csm ferita guardia giurata Ha difeso psichiatra

di VALENTINO SGARAMELLA

BARI – Ennesimo episodio di tentata violenza ai danni di un medico psichiatra all’interno di un centro di salute mentale (Csm). Questa volta è toccato a quello di via Podgora, a Carrassi, a mezzogiorno. A farne le spese, una guardia giurata che presta servizio in quel centro, Nicola Savino, un 46enne di Sammichele. I fatti. Sono le ore 12 circa di una tranquilla mattinata di gennaio. Al Csm è in attesa del proprio turno un paziente di Carbonara. Non sono note le sue generalità. Ha 50 anni. È da tempo in cura presso il presidio psichiatrico. L’uomo ha una corporatura robusta. Non è la prima volta che manifesta segni di insofferenza. Savino lo conosce bene. E sa come prenderlo. Ed è sempre riuscito a contenere le intemperanze dell’uomo, con le buone maniere. Ma quello è un giorno particolare. L’uomo è seduto in sala d’attesa. Dalla sua stanza si affaccia lo psichiatra di turno, Giovanni Carrieri. E cominciano le rivendicazioni: «Dottore, quando vi chiamo, dovete venire a casa mia per fare assistenza».

Il medico avrebbe risposto al paziente invitandolo alla calma con le buone maniere. «Vieni nella mia stanza e ne parliamo ». A quel punto, il paziente si alza all’improvviso e raggiunge il medico. Nicola Savino è a due passi, vede la scena. Il suo dovere è quello di proteggere il medico ed i dipendenti della struttura da episodi di violenza. Savino si interpone tra il paziente e il dott. Carrieri. «Volevo a tutti i costi evitare il contatto fisico tra l’uomo ed il medico», dice Nicola. Lo afferra per le braccia nel tentativo di contenere l’impeto eccessivo del paziente. «Volevo farlo ragionare come è accaduto in altre occasioni», prosegue la guardia giurata. E aggiunge: «Più volte ho detto a quest’uomo di calmarsi con le buone maniere ed il sorriso sul volto, anche perché lo conosco». Savino lo invita dunque a fare due passi fuori dalla struttura per parlarne.

Ed è in quel momento che l’uomo cambia il bersaglio delle proprie invettive. Comincia ad inveire contro la guardia giurata. «Ha cominciato a chiedere chi fossi io per mettergli le mani addosso, mi chiedeva di lasciarlo perdere ma se lo avessi fatto avrebbe picchiato il medico», è il racconto di Savino. Il paziente sferra una prima ginocchiata al basso ventre a Nicola Savino. «Nel tentativo di evitare il colpo, ho scoperto il volto e lui mi ha sferrato una testata che mi ha colpito sotto l’occhio destro».

La guardia giurata reagisce in modo più energico. Blocca il paziente in un angolo della sala d’attesa. Frattanto, qualcuno ha già avvertito la Questura. Una volante della Polizia di Stato è al Csm nel volgere di pochi minuti. Savino ha avuto bisogno delle cure del Pronto Soccorso: qui i medici gli hanno diagnosticato un trauma contusivo al volto. La guardia giurata ora vuole presentare una denuncia. Non è il primo caso. La situazione desta allarme e preoccupazione specie a seguito della morte di Paola Labriola, la psichiatra rimasta uccisa a coltellate da un paziente, lo scorso settembre. Il centro di via Podgora, ricordiamo, è diretto da Francesca Scorpionichi, sono tre gli psichiatri in servizio per un’utenza di circa 350 pazienti.

La Asl, dopo l’omicidio Labriola, ha posto in essere una serie di misure cautelative, come la fornitura di personale aggiuntivo, le guardie giurate in servizio, sistemi di sicurezza con videocamere nei corridoi e videocitofoni nelle strutture .

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