Perde il lavoro, vigilante si spara

Cronaca

15/12/2013 06:04

ANGUILLARA

Perde il lavoro, vigilante si spara

Alla moglie ha detto che sarebbe uscito. Si è tolto la vita a casa dei genitori

Roma – È l’ennesima tragedia della disperazione. Si è sparato in testa con la pistola d’ordinanza dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento. La guardia giurata della Delta Valori alla Magliana ha detto a moglie e figli che sarebbe uscito dalla casa di Monterotondo per fare due passi ma non è mai rientrato. Silvestro Guidi, 48 anni oggi, è stato scoperto dal fratello che era andato a cercarlo nella casa che era dei genitori, ad Anguillara. E lo ha trovato: senza vita e in una pozza di sangue. Stamattina i funerali alle 10 nella chiesa La Collegiata sul lago di Bracciano. In prima fila la moglie, la figlia di 15 anni e il piccolo di 10, i parenti e tanti amici e colleghi. «L’avevo sentito pochi giorni fa – racconta il suo compagno di lavoro Riccardo Sofia, 37 anni, spalla a spalla in tanti trasporti di valori – Era preoccupato perché a settembre si era rotto il tendine di achille del tallone destro, a ottobre dalla Delta Valori aveva ricevuto la lettera di messa in mobilità, la società gli aveva dato solo un piccolo anticipo dello stipendio, riservandosi di saldare i conti pagandogli liquidazione, straordinari e altro. Anch’io sono stato messo in mobilità – confida Sofia – e pure a me l’istituto ha sborsato soltanto la metà dello stipendio mensile: 410 euro su 820. Non ho percepito ancora l’assegno, ho moglie e figli e un mutuo da pagare».

La storia di Silvestro Guidi è tormentata come quella della Delta Valori. Il vigilante lavorava nella Mondialpol. S’era fatto anni di esperienza in divisa, cinturone e pistola sempre pronto sui portavalori dell’istituto a difendere il bottino che portava a bordo e difenderlo dai rapinatori. Nel 2005 il primo incidente di percorso: la società cede il ramo d’azienda del trasporto valori alla Fidelitas. In pratica, 178 persone migrano da una sede all’altra: cambiano colori e stemma della divisa ma non il lavoro. Sembra che tutto fili liscio come al solito. I clienti non mancano e neppure i servizi. Ma in realtà le cose si complicano pure lì. I conti dell’impresa cominciano a soffrire e partono i primi provvedimenti: la cassintegrazione, i turni a singhiozzo. Lo stipendio si riduce, e di parecchio, fino al 2010, quando la Fidelitas passa i suoi contratti alla Delta Valori. Così torna aria di ottimismo. I dipendenti tirano un altro sospiro di sollievo e riprendono la ruotine. Che però può essere anche pericolosa. Lo ricorda il suo collega Sofia: «Due anni fa Silvestro ha subito una rapina dopo aver ritirato i soldi dalla banca del centro commerciale a Parco Leonardo. E dodici mesi dopo se l’è vista brutta all’ospedale Ifo, quando i malviventi sono entrati nel presidio e sono arrivati sino all’angolo dove si trova la cassa del bancomat».

Il 26 luglio 2012 i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Torino, coordinati dalla Procura piemontese, perquisiscono la sedi di 18 società di vigilanza sparse in dieci regioni, Lazio compreso, anche alla Delta Valori e alla ex Union Delta. Vogliono accertare una presunta evasione fiscale da calcolata in 15 di Iva e nove di ritenute all’erario mai versate. Il 25 settembre scattano le manette. scrive il Gip: «Hanno scaricato i debiti sullo Stato sfruttando anche alle normative approvate per non penalizzare le imprese, come il differimento del pagamento dell’Iva». tra i dieci soggetti coinvolti c’è anche Antonio Pirrottina, titolare della licenza della Delta Valori. Il prefetto di Roma gli revoca l’autorizzazione. La ditta finisce in vendita e i lavoratori in mobilità, con un accordo sottoscritto dall’ente bilaterale tra imprese e sindacati a fine ottobre, salvandone 65 e mandandone in mobilità altri 53. Uno di questi era Silvestro Guidi.

Fabio Di Chio

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