Cronaca
18 ottobre 2013
Lunedì si decide il futuro dei 34 della Nes
Tavagnacco, il destino dei dipendenti è legato alla cassa integrazione. Si punta a ottenerla per almeno un anno
di Alessandro Cesare
TAVAGNACCO Lunedì si saprà se i 34 lavoratori della filiale di Tavagnacco della North East Services (Nes), società specializzata nel settore della vigilanza privata e nel trasporto di valori, potranno godere degli ammortizzatori sociali. La società infatti, che conta più di 700 dipendenti in tutta Italia, è stata travolta da un’inchiesta a causa di un ammanco di più di 30 milioni di euro da alcuni depositi nel trevigiano.
Al di là degli aspetti giudiziari, la situazione sta creando molta apprensione fra i dipendenti della filiale di Tavagnacco dell’azienda, anche perché il lavoro si è ormai ridotto all’osso. Nuovi incarichi per il trasporto di valori non ce ne sono e dai vertici della società non arrivano più ordini di servizio.
Per ora i lavoratori hanno incassato una parte della paga di settembre, ma si aspettano di non ricevere nemmeno un euro per ottobre. Per questo l’attivazione della cassa integrazione potrebbe rasserenare gli animi. L’incontro decisivo tra i vertici della società, i sindacati e i rappresentanti del ministero del lavoro – come si è detto – è in programma lunedì.
La richiesta sarà quella di avviare un anno di cassa integrazione. «Nei giorni scorsi – spiega Andrea Sappa di Uil Tucs – c’è stata una manifestazione davanti alla Prefettura di Venezia a cui hanno partecipato anche i dipendenti di Tavavagnacco. Purtroppo è probabile che, a causa di quanto accaduto, possa essere ritirata la licenza all’azienda. Il nostro obiettivo è riuscire a scorporare l’attività di trasporto valori da quella di vigilanza privata, per evitare il fallimento della società». Nel frattempo si sta sondando di sondare il terreno con le altre aziende del settore per capire in che termini i dipendenti Nes potrebbero essere riassorbiti. Per molti di essi l’incontro di lunedì sarà fondamentale.