Atm, Rota chiede rinforzi: “Più macchinisti e vigilantes per arrivare…

Cronaca

31 agosto 2013

Atm, Rota chiede rinforzi: “Più macchinisti e vigilantes per arrivare a Expo”

Il presidente: “Maggiori fondi per il 2015. I conti dell’azienda sono in equilibrio. Se le tariffe di metrò e bus stanno aumentando non dipende da noi”

di Massimiliano Mingoia

2300206-un_tram.jpgMilano, 31 agosto 2013 – Servono rinforzi per l’Expo 2015. Almeno 25 macchinisti e 20 vigilantes in più. Il presidente dell’Atm Bruno Rota, da quasi due anni alla guida dell’Azienda trasporti milanesi, apre il fronte dell’aumento degli organici in vista dell’Esposizione universale milanese, dopo il lavoro già avviato per l’acquisto di nuovi mezzi (30 treni del metrò e 250 bus in più).

«Per l’Expo i macchinisti non saranno sufficienti, ma ne servono almeno 25 in più se, com’è ormai certo, ci verranno chieste corse supplementari per tutto l’arco della giornata per trasportare la massa aggiuntiva di visitatori dell’Esposizione — afferma Rota —. Ci vogliono sei mesi per formarli, quindi bisognerà assumerli nel 2014. Ma il costo non può essere a carico di Atm. Stiamo valutando anche un potenziamento del servizio di polizia interna, il nostro organico oggi conta 50 dipendenti addetti alla sicurezza. Credo che su questo settore si debbano fare investimenti. Bisogna arrivare a un organico di 70-80 uomini. Da non utilizzare solo nei depositi, ma anche sui treni in affiancamento al nostro personale per dare maggiore sicurezza ai viaggiatori».

Presidente Rota, lei è stato direttore generale e presidente della Serravalle (quando l’azienda era una preda preziosa che tutti volevano comperare) con Gabriele Albertini sindaco di Milano. Ora è presidente e direttore generale di Atm con Giuliano Pisapia. Come sono i due personaggi?
«Sono due persone certamente assai diverse tra loro».

Il tratto che li accomuna?
«Entrambi analizzano i problemi in profondità e sanno ascoltare. E quando decidono la soluzione migliore nessuno dei due si fa condizionare da valutazioni di convenienza politica. Scelgono quello che pare essere il meglio per la loro città anche a costo di essere impopolari. Sono certamente entrambi due persone coraggiose e fuori dagli schemi. A Pisapia proprio questa mattina (ieri, ndr) ho inviato una lettera».

Cosa ha scritto al sindaco?
«“Mi sento di dire con soddisfazione che il mostro delle scale mobili che in passato non era stato affrontato con decisione è ormai sconfitto”. Su 344 scale mobili nelle stazioni della metropolitana, a gennaio erano fermi 54 impianti mentre ora solo sette: uno per manutenzione ordinaria e sei per sostituzione totale. Entro il 30 novembre tutte le scale saranno sostituite».

Le altre priorità concordate con Pisapia?
«Atm ha elaborato un piano industriale che ha presentato al suo azionista, il Comune, e ai sindacati. Uno dei punti chiave è “basta avventure fuori dal perimetro milanese”. Abbiamo concentrato le energie sul territorio di Milano e su pochi grandi progetti. Inoltre abbiamo tagliato molto».

Quali i tagli realizzati?
«In due anni, entro la fine del 2013, Atm ridurrà di 4,8 milioni di euro gli straordinari dei propri dipendenti, ma con un chilometraggio dei mezzi pubblici che è aumentato in maniera esponenziale. Per ridurre i costi abbiamo puntato su organizzazione del lavoro, risparmi negli acquisti e diminuzione dei prezzi dei nuovi treni, che costano il 28 per cento in meno rispetto a quelli comprati nel 2008. E si tratta di treni più moderni rispetto ai “Meneghino”. Ora siamo un po’ preoccupati per la situazione di Ansaldo, l’azienda che costruisce i nuovi treni. In questi giorni si parla di smembramento dell’Ansaldo…».

C’è il rischio di ritardi nelle consegne dei nuovi 30 treni?
«Non credo. Siamo stati in Ansaldo ad agosto, abbiamo fatto un lavoro molto minuzioso e avuto rassicurazioni anche sui contratti di subfornitura (poltrone, vetri…). Abbiamo analizzato con Ansaldo i tempi di fornitura, che potrebbero essere anticipati di 20 giorni. Ora il punto importante è l’approvazione da parte del ministero del progetto definitivo, che attendiamo entro ottobre. Dopo un ingegnere dell’Atm starà in pianta stabile all’Ansaldo».

Quali i tempi di consegna dei nuovi treni?
«Venti treni saranno per la linea Rossa e dieci per la linea Verde. I primi treni della linea 1 arriveranno nel luglio del 2014. Entro l’Expo 2015 avremo 14 nuovi treni per la Rossa. E a breve partirà il bando per 250 nuovi autobus. In tempi in cui l’immatricolazione dei bus sta crollando, Atm è la prima azienda che lancia una gara di queste dimensioni. Entro l’estate del 2014 arriveranno i primi bus».

Con questo potenziamento della flotta, Atm sarà pronta ad accogliere i milioni di visitatori attesi per l’Expo 2015?
«Atm si è dotata da sola dei mezzi per poter reggere quest’impatto».

I fondi statali e regionali al trasporto pubblico locale, intanto, diminuiscono…
«Purtroppo è così. Anche se ad onor del vero per la Lombardia meno che per altre realtà italiane. In ogni caso noi chiediamo una valutazione della quantità di chilometri che fa Atm: la “vettura-chilometro” deve diventare un argomento oggettivo per determinare quant’è la contribuzione pubblica che l’azienda deve ricevere».

La Giunta comunale ha aumentato il prezzo degli abbonamenti Atm. Per far fronte ai costi per il trasporto pubblico Milano dovrà necessariamente far pagare di più metrò, bus e tram?
«Non credo. I conti dell’Atm sono perfettamente in equilibrio, sfido chiunque a dimostrare il contrario. Atm ha un contratto di servizio dal 2010 con il Comune in base al quale l’amministrazione paga l’azienda a seconda dei chilometri effettuati per il trasporto pubblico (660 milioni di euro nel 2013 mentre il Comune trattiene 340 milioni di euro del ricavato dei biglietti, ndr). Quei soldi bastavano nel 2010 ed è soddisfacente per l’Atm che bastino ancora nel 2013. Il motivo? Mentre il contratto di servizio è indicizzato all’1,5 per cento, i costi aggiuntivi che l’azienda ha dovuto sopportare negli ultimi due anni sono ben superiori a quell’1,5 per cento. Uno su tutti: il costo di gasolio ed energia elettrica. In questa situazione Atm è riuscita a mantenere un equilibrio economico. Se in vista dell’Expo la quantità di servizio richiesta è maggiore il Comune deve dotarsi delle risorse per coprire questi costi aggiuntivi. Il problema non è di Atm ma della città che va verso l’Expo 2015, che è un progetto nazionale e non si può pensare che venga realizzato solo con le risorse del Comune».

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/08/31/942426-atm-rota-expo.shtml

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