Cronaca
21 agosto 2013
Terni, sindacati all’attacco della vigilanza privata: «Settore ridotto a una giungla»
Erosi i diritti dei lavoratori, costretti a turni massacranti. Cgil, Cisl e Uil puntano il dito contro gli appalti al massimo ribasso
di Fabio Toni
Il lavoro è di quelli delicati: vigilare sulla sicurezza di enti e privati, giorno e notte, facendo centinaia di chilometri – e decine di tappe – alla guida di blindati carichi di soldi. Con una pistola nella fondina, ma sempre più stanchi, stressati, costretti a turni massacranti e ad accettare le condizioni imposte dai datori di lavoro. Molti di loro hanno una famiglia da mantenere. E allora si è pronti a digerire tutto, pur di salvare il posto. Dopo aver raccolto tante segnalazioni, i sindacati che li rappresentano – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil – escono allo scoperto per denunciare «la giungla» rappresentata dal settore della vigilanza privata.
La situazione, secondo i sindacati, è peggiorata dopo la liberalizzazione che avrebbe travolto tutto e tutti: «a Terni – spiega Francesco Di Antonio della Fisascat – sono pochi gli istituti di vigilanza, tre o quattro al massimo, che rispettano il contratto nazionale e quello integrativo. Negli appalti la regola è quella solita, del massimo ribasso. Così la concorrenza fra le imprese si è spostata sul costo del lavoro, su ciò che non verrà dato ai lavoratori. In base al contratto integrativo firmato nel 2006 – prosegue il rappresentante sindacale – una guardia giurata di quarto livello ha un costo pari a 21 euro l’ora. Ma oggi gli appalti vengono assegnati ad un costo orario che a malapena supera i 14 euro. E tutto ricade sulle spalle dei vigilantes».
Il settore, in provincia di Terni, impegna circa 200 lavoratori suddivisi in una decina di imprese («ma il numero è variabile e le aziende cercano lavoro in tutta Italia»). «Un mese fa – racconta Massimiliano Ferrante (Uiltucs) – un istituto ha deciso di sospendere l’applicazione del contratto integrativo provinciale e la busta paga dei lavoratori ha subito un taglio secco di circa 150 euro». Uno dei tanti esempi. «Ci sono persone che guidano blindati anche per dieci ore senza un euro di straordinario – afferma Matteo Lattanzi della Filcams Cgil – correndo da una parte all’altra per prendere e scaricare i contanti, sempre di corsa e in mezzo ai rischi. In qualche caso i mezzi non vengono neppure revisionati. E c’è chi, dopo il turno di notte, dorme due ore e si rimette alla guida».
L’anomalia «Qui non si parla di portierato, ma di vigilanza armata privata – spiega Desirè Marchetti (Filcams) -. L’anomalia del settore sta nel fatto che i lavori vengono assegnati con le ‘classiche’ regole degli appalti, come per le pulizie, le mense o il settore turistico. Ma qui ci sono persone che svolgono attività di controllo, armate e con mezzi aziendali. Spesso costrette a rinunciare a ferie, turni di riposo e anche alle ore di interruzione fra un turno e l’altro. Non si può aspettare che accada qualcosa per denunciare una situazione ormai insostenibile».
Le organizzazioni hanno affrontato la questione nell’incontro che si è svolto lo scorso 29 luglio in prefettura. A questo ha fatto seguito una relazione dettagliata sulle problematiche del comparto. «Alla prefettura abbiamo chiesto di convocare un tavolo, coinvolgendo tutte le aziende che operano sul territorio, le organizzazioni sindacali, la direzione provinciale del lavoro, la questura e l’ispettorato del lavoro. Serve un intervento diretto che tuteli finalmente i lavoratori di un settore che somiglia sempre di più a una torre di Babele. Chiediamo il rispetto dei diritti, a partire dal contratto integrativo provinciale che stablisce regole comuni».