Cronaca
28 luglio 2013
Assalti col kalashnikov firmati “mala del Sud”
Far West sulla A9
Due colpi, stessi banditi. Seriate e Turate: le storie si intrecciano
Turate, 28 luglio 2013 – Le indagini sull’assalto ai due furgoni portavalori avvenuto l’8 aprile sull’autostrada A9, non si sono mai fermate un giorno, e finora l’intuizione iniziale degli inquirenti della Squadra Mobile di Como non è mai stata smentita (GUARDA LE FOTO DELL’ASSALTO). Messe da parte tutte le altre ipotesi, gli investigatori hanno sempre ragionato su bande armate italiane, specializzate in questo genere di colpi, provenienti con ogni probabilità dal Sud Italia.
Le ragioni che portano in questa direzione sono molte. Innanzitutto una innegabile specializzazione di delinquenza radicata in quelle zone, soprattutto il Nord della Puglia, nel mettere a segno grossi colpi a blindati o istituti di credito, molto lontano dai loro luoghi di residenza, con modalità di azione articolate e armi di grosso calibro. Caratteristiche che si ritrovano pienamente nella rapina di Turate, dove dal blindato dell’azienda di trasporto valori Battistolli, isolato con un’azione da film che aveva bloccato l’intera autostrada nelle due direzioni (GUARDA IL VIDEO DELL’ASSALTO), erano spariti oro e contanti per un valore di una decina di milioni di euro.
Inoltre questa rapina, tra le tante avvenute nel Nord Italia negli ultimi anni, presenta una serie di analogie con un colpo analogo avvenuto a Seriate, sull’autostrada tra Brescia e Milano, il 9 giugno 2008: anche in quel caso l’assalto a un portavalori, due milioni di bottino bloccando l’autostrada con auto in fiamme e colpi di kalashnikov. A novembre successivo erano finite in carcere sette persone, tutte originarie del Foggiano e specializzate in queste rapine. Ma un anno la Corte di Cassazione, ha annullato quattro delle cinque sentenze di secondo grado, a otto anni di condanna, accogliendo i ricorsi dei legali e rimandando tutto alla Corte d’Appello.
di Paola Pioppi