Uccise due rapinatori, l’appello conferma 11 anni e 4 mesi

Cronaca

8 giugno 2013 | 12:39

LA GUARDIA GIURATA CHE FECE FUOCO A QUINZANO

Uccise due rapinatori, l’appello conferma 11 anni e 4 mesi

L’imputato: «Ho sparato perché mi sono sentito in pericolo» Per i giudici di secondo grado il vigilante non merita alcuno sconto

INT06F1_1165766F1_22--180x140.jpgFu omicidio volontario. Nessuno sconto in appello per Mauro Pelella, la guardia giurata della Fidelitas che il 4 aprile del 2011 freddò Otello Astolfi, 62 anni di Ravenna e Ivan Alpignano, 38 anni di Caselle Torinese appena usciti dalla Cassa rurale e artigiana a Quinzano d’Oglio con un bottino di oltre diecimila euro. I due avevano appena rapinato la banca e stavano uscendo nel vicolo per raggiungere la Fiat Bravo su cui li attendeva uno dei due complici, quando il furgone della Fidelitas si era materializzato davanti a loro: Pelella era sceso e aveva iniziato a sparare.

I giudici hanno confermato la condanna a 11 anni e 4 mesi nonostante anche il 7 giugno Pelella, difeso dall’avvocato Patrizia Scalvi, abbia ripetuto ai giudici della corte d’assise d’appello (presidente Enrico Fischetti) la sua versione di quel pomeriggio di sangue: «Ho avuto paura che attaccassero il furgone, non era blindato e io e il mio collega eravamo esposti, stavamo rischiando la vita». La guardia giurata è convinta di aver fatto quello che era meglio per la sua sicurezza e del compagno di lavoro: «Sono sceso e ho sparato verso il basso, avevo il rapinatore di fronte se avessi voluto ucciderlo era un bersaglio perfetto, sarebbe bastato un colpo». Pelella anche ieri ha ribadito che i rapinatori freddati con la Beretta d’ordinanza mentre erano a bordo di una Fiat Bravo avevano innestato la retromarcia e «rischiavo che mi investissero con quella manovra, non avevo alcuna via di fuga e per questo ho sparato. Per fermarli e per salvarmi».

Ma la verità di Pelella non ha convinto nemmeno i giudici del secondo grado che, dopo una camera di consiglio di alcune ore, hanno confermato la sentenza per omicidio volontario, senza prendere in considerazione la richiesta di assoluzione presentata dal legale per legittima difesa putativa, o quantomeno per eccesso colposo. I giudici hanno confermato anche l’arresto, quindi Pelella resta ai domiciliari e continua a scontare la sua condanna; ma i giudici hanno revocato la sospensione della potestà genitoriale che gli era stata revocata. Proprio il giorno della sanguinosa rapina la moglie di Pelella aveva dato alla luce una bambina, un parto anticipato a causa dello stress della situazione e della tensione. La guardia era riuscita a vedere la figlia solo dopo parecchio tempo quando era riuscito ad ottenere gli arresti domiciliari. La difesa ha già annunciato il ricorso in Cassazione in attesa delle motivazioni attese fra tre mesi.

La guardia giurata è stata condannata per il duplice omicidio dei due rapinatori. Era il primo pomeriggio del 4 aprile di due anni fa quando a Quinzano scoppiò il finimondo, Pelella svuotò l’intero caricatore contro i malviventi che cercavano di fuggire. In fondo al vicolo del paese rimase la Bravo, i corpi di Astolfi e Alpignano riversi sull’asflato. I due complici, Maruio saltarelli e Dario Delle Grottaglie, presi in due diverse fasi, sono stati condannati per la rapina.

Wilma Petenzi

http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/13_giugno_8/uccise-a-quinzano-due-rapinatori-nessuno-sconto-2221543558468.shtml

Uccise due rapinatori, l’appello conferma 11 anni e 4 mesiultima modifica: 2013-06-09T11:30:00+02:00da sagittario290