Assalto al portavalori, dai telefonini

Cronaca

Martedì 05 Marzo 2013 – 12:33

Assalto al portavalori, dai telefonini ricostruiti i ruoli dei rapinatori

20130305_portavalori.jpgROMA – Due telefonini. È tutto ciò che hanno in mano gli investigatori dei carabinieri e che resta da esaminare per completare le indagini sulla sanguinosa rapina di venerdì scorso all’Esquilino.

Uno lo aveva in tasca Giorgio Frau, 56 anni, il bandito morto davanti alla filiale della banca Popolare di Sondrio in via Carlo Alberto, l’altro cellulare era in un cassonetto dove i due banditi del commando, Claudio Corradetti, 41 anni, e Massimo Nicoletti, 34, avevano gettato caschi e giubbotti prima di tentare la fuga verso piazza Vittorio. Saranno i tabulati al vaglio degli investigatori a dover chiarire e scongiurare definitivamente la presenza di basisti o altri appartenenti al commando che ha assaltato l’istituto di credito proprio mentre un equipaggio del gruppo Fidelitas stava trasbordando dalla banca un pacco con centomila euro.

LE AMMISSIONI

Ricostruiti dai militari e dal magistrato, i ruoli dei tre banditi, divenuti più chiari dopo alcune ammissioni di uno dei rapinatori. Il commando sarebbe stato guidato da Giorgio Frau, l’ex brigatista vestito da postino, che una volta preso il pacco con i soldi sarebbe dovuto fuggire in sella al motorino, con cui aveva simulato il guasto al motore proprio davanti alla banca. Un tranello che non aveva sorpreso le guardie giurate di lunga esperienza, il cui occhio allenato aveva «sgamato» Frau. Claudio Corradetti, invece, ex militante dell’estrema destra, già al centro di vicende simili, avrebbe dovuto occuparsi della seconda guardia giurata, scesa in strada per coprire le spalle al collega con i soldi. Massimo Nicoletti, infine, era il cosiddetto «palo». Per lui un compito di retroguardia: tenere a bada l’ultimo vigilante sul furgone e impedirgli di uscire dal mezzo blindato. Una volta ottenuti i soldi, il commando doveva far perdere le proprie tracce attraverso le strade cittadine, dove probabilmente sarebbero stati abbandonati i mezzi rubati. Ma le cose non sono andate come il commando aveva progettato.

LA POLEMICA

S’infiamma anche la polemica sindacale delle guardie giurate, con Vincenzo Del Vicario del Savip, che rilancia il ruolo della sicurezza, richiamando una direttiva del 1995 della questura di Roma, che spiegava la necessità di «riservare aree per la sosta dei veicoli per il trasporto valori davanti alle banche, agli uffici postali e ai supermercati, per favorire le operazioni di carico e scarico e ridurre il rischio-marciapiede». Una lettera, fino a oggi, dimenticata.

http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/rapina_portavalori_guardia_giurata_morto/notizie/256043.shtml

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