“Nel 2012 oltre 2050 imprese hanno chiuso i battenti”

Economia

6 gennaio, 2013 – 1.28

Bilancio di fine anno 2012 – Intervista al segretario provinciale della Cisl Rosita Pelecca

“Nel 2012 oltre 2050 imprese hanno chiuso i battenti”.

di Paola Pierdomenico

Foto-rosita-pelecca.jpgE’ negativo il bilancio tracciato da Rosita Pelecca. La crisi economica non ha ancora toccato l’apice e allarmante è la situazione dei settori trainanti l’economia della provincia.

La Tuscia, che il segretario della Cisl definisce “la terra delle occasioni mancate”, senza un piano di sviluppo non andrà lontano. Ed è per questo che sindacati, istituzioni e imprese, per la Pelecca, devono fare gioco per traghettare il territorio fuori dal tunnel.

“Il bilancio non può che essere negativo – commenta -. I tagli aumentano e fino al terzo trimestre 2059 imprese della Tuscia hanno chiuso i battenti. L’agricoltura è in pole con 581 aziende, segue l’edilizia con 418 e le oltre 460 aziende del terziario. La situazione è disastrosa”.

Non si è mancato quindi di ricorrere agli ammortizzatori sociali. “Le imprese che sopravvivono hanno attivato la cassa integrazione. Ci sono poi delle vertenze, come quella della Unopiù, per cui adesso si è arrivati al congelamento della messa in mobilità dei 74 lavoratori. Il problema tra la cig e la cassa integrazione in deroga viene posticipato al 31 dicembre 2013, sperando che poi possa esserci una ripresa”.

Difficoltà anche in altri settori”. Ci sono dodici esuberi alla mensa di Belcolle. A giorni sarà fatto un incontro per attivare la cig. Confidiamo che con l’aggiudicazione dell’appalto ci possa essere la proroga che garantisca lavoro a queste persone. C’è una discussione aperta anche sulla vigilanza privata in cui sono a rischio 40 posti. Nella grande distribuzione poi, pur evitando licenziamenti, è aumentato il part-time con una riduzione del potere d’acquisto e quindi dello stipendio”.

Un quadro oscuro con piccolissimi spiragli di luce. “Unica nota positiva è la riconferma dei precari della Asl che continueranno a lavorare e che con le loro prestazioni garantiranno un miglior servizio per la salute della collettività”.

Per la Pelecca, però, gli sforzi attuati finora non sono stati sufficienti e il governo ha spesso sbagliato. “C’è tanto da fare. La politica del rigore e di tagli senza prospettive è stata un errore. Il governo, con il patto di stabilità, pensa di recuperare le risorse dall’Irpef. Le aziende, soprattutto nella nostra Regione, hanno una pressione fiscale più alta d’Italia e siamo tra i primi posti in Europa. Bisogna puntare sull’alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese e di conseguenza anche sui lavoratori e i pensionati. Altrimenti l’economia non riparte“.

Negli anni, per il segretario della Cisl, il territorio ha perso numerose opportunità. “Sia le imprese che la classe politica si sono è lasciata sfuggire tante occasioni, ripeto, siamo il territorio delle grandi occasioni mancate. Non si parla più di aeroporto e lo stesso vale per le infrastrutture. Come Cisl avevamo detto da tempo di aprire ai privati per la costruzioni delle grandi opere. Mai in questo momento, infatti, c’è il bisogno di fare sistema. Tutti gli attori sociali del territorio devono presentare un piano di rilancio”.

Diverse le strade da intraprendere. “Dobbiamo partire dalla valorizzazione delle nostre risorse ambientali, come le Terme, e dalla promozione dei prodotti dell’agricoltura. Sfruttare le vocazioni del territorio servirà a ridare slancio all’economia. Le infrastrutture devono essere portate a termine, in particolare la Trasversale che permetterà di sfruttare le opportunità offerte da Civitavecchia il cui pil è in continua crescita. Si creerebbero occasioni di lavoro specie nel settore dell’edilizia e delle costruzioni che, invece, oggi sono fermi”.

Le prospettive per il futuro non sono comunque rosee. “Non abbiamo ancora raggiunto l’apice della crisi. Sindacati, istituzioni e imprese devono arginare questo fiume che potrebbe esondare“.

Infine l’augurio del segretario della Cisl. “Valuteremo le proposte del nuovo governo, sia nazionale che locale, e decideremo le strade da intraprendere. Serve un impegno chiaro di una politica che guarda alla famiglia. Non possiamo dare risposte solo a chi vive la crisi, ma soprattutto ai giovani che sono disorientati e allo sbando. Bisogna ridisegnare un welfare che sia più equo e solidale”.

http://www.tusciaweb.eu/2013/01/nel-2012-oltre-2050-imprese-hanno-chiuso-i-battenti/

“Nel 2012 oltre 2050 imprese hanno chiuso i battenti”ultima modifica: 2013-01-07T11:00:00+01:00da sagittario290