Anziano morto al Sant’Orsola “Medico e coop: ecco le colpe”

Cronaca

19 gennaio 2013

Anziano morto al Sant’Orsola “Medico e coop: ecco le colpe”

Nel rapporto alla Regione, il direttore generale Sergio Venturi mette a fuoco le responsabilità e annuncia l’avvio di procedimenti disciplinari e la richiesta danni alla Vigilanza. Camici bianchi in rivolta

1693629-scala_en.jpgBologna, 19 gennaio 2013 – IL MEDICO di guardia, contro cui sarà aperto un procedimento disciplinare, e le guardie giurate della Coopservice, verso la quale scatteranno la penale prevista dal contratto e una richiesta di risarcimento danni. Ecco chi sono i principali responsabili, secondo la direzione generale del Sant’Orsola, nella tragica vicenda di Gino Bragaglia, il paziente di 86 anni scomparso dalla Medicina interna Borghi all’alba del 29 dicembre e trovato cadavere solo due giorni dopo sulle scale di sicurezza del padiglione Albertoni.

LO SCRIVE nero su bianco il numero uno del Policlinico, Sergio Venturi, nella relazione di 12 pagine inviata all’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti. Nel documento, di cui il Carlino è in grado di dar conto in maniera completa, c’è la ricostruzione minuto per minuto della vicenda, dall’ingresso in ospedale di Bragaglia, alle 17,40 di venerdì 28 dicembre, fino al ritrovamento del suo corpo, alle 14 di lunedì 31. Nel mezzo succede di tutto e il Sant’Orsola riassume il disastro parlando di «quattro criticità» che riguardano «i mezzi di contenzione del paziente», il «sistema di allarme della porta» di sicurezza, la «gestione delle comunicazioni» e, infine, le «ricerche» fallimentari. A fronte di ciò, Venturi scrive nelle conclusioni: «Emerge la necessità di provvedimenti operativi immediati che l’Azienda intende adottare. Primo: l’avvio dei procedimenti disciplinari (nei confronti dei medici, in primis di quello di guardia; ndr)… Secondo: la messa in mora dell’impresa di vigilianza, la contestazione della penale prevista dal contratto e, contestualmente, l’avvio di una richiesta d risarcimento danni».

LA CRONACA dei fatti. Bragaglia, cardiopatico, viene ricoverato ma è agitato e, quando arriva la notte, inizia ad aggirarsi per il reparto. Gli somministrano alcuni farmaci. Tutto inutile. Alle 4 il medico di guardia ordina di «contenerlo» con le polsiere e fa alzare le sponde del letto. I due infermieri di turno lo controllano ogni quarto d’ora e, fino alle 5,30, è tranquillo. Nel giro delle 5,50 però non lo trovano più. Se n’è andato in pigiama, scalzo. Fuori fa molto freddo. Avvisano subito il medico di guardia, che allerta la vigilanza. Alle 6,30 la vigilanza «riferisce di non aver trovato il paziente» e un infermiere chiama il 113. Nessuno pensa di guardare sulle scale di sicurezza, poiché sono dotate di allarme e nessuno ha sentito la sirena. Il medico di guardia smonta dal servizio alle 9 e due minuti dopo manda un sms al primario Claudio Borghi per avvisarlo, poi parte per le ferie. Borghi però vede il messaggino solo il pomeriggio del giorno dopo. Nessuno avvisa la direzione ma, soprattutto, nessuno avvisa il medico reperibile 24 ore su 24, che dovrebbe fare entrare in funzione l’Unità di crisi creata apposta per le emergenze. Qui sta l’errore del medico di guardia per cui sarà aperto il procedimento disciplinare. Non è escluso che altri camici bianchi del reparto finiscano nei guai, visto che nessuno ha allertato l’Unità di crisi.

LA ‘COLPA’ di Cooperservice è di aver cercato male il paziente nell’immediatezza dei fatti e di non aver poi garantito la continuità delle ricerche nei giorni seguenti, visto che la scomparsa non è mai stata annotata nei registri, facendo sì che i vigilantes montanti rimanessero all’oscuro della vicenda. Coopservice ha sempre detto che le spetta solo la vigilanza degli edifici, non la ricerca delle persone. Ma la direzione allega alla relazione uno stralcio del contratto in cui si dice che «gli addetti alla vigilanza devono assicurare la gestione di eventi particolari che determinano situazioni di emergenza… quali richieste di intervento in casi di situazioni anomale o di pericolo segnalate da parte del personale dell’Azienda ovvero di pazienti e utenti».

di GILBERTO DONDI

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/01/19/832618-gino-bragaglia-morto-relazione-sant-orsola.shtml

Anziano morto al Sant’Orsola “Medico e coop: ecco le colpe”ultima modifica: 2013-01-20T11:15:00+01:00da sagittario290