Il caso del giorno
4/12/2012
Vigilantes privati? Non più, grazie La Difesa scopre che può fare da sé
di Giampiero Di Santo
Eppure il ministero della Difesa è sempre riuscito a parare i colpi anche se a fatica. Come è avvenuto qualche mese fa, quando il ministro Giampaolo Di Paola, con un’intervista rilasciata al Corriere della sera e nel corso di alcune audizioni parlamentari, ha contrastato con successo il percorso di numerosi emendamenti al decreto legge sulla spending review che prevedevano, appunto, la cancellazione della partecipazione italiana al programma Joint strike fighter. Scampato quel pericolo, però, gli uomini del ministero delle difesa si sono gettati a capofitto nella difficile opera di razionalizzare e possibilmente ridurre le spese per così dire comprimibili. Una sorta di spending review spontanea che deve avere portato alla scoperta di qualche non trascurabile spreco, come per esempio l’affidamento a privati del servizio di vigilanza armata su alcune aree di proprietà del ministero. Non è quindi un caso che proprio ieri sia stata annunciata l’interruzione della gara con procedura ristretta accelerata in ambito Ue che si sarebbe dovuta svolgere il prossimo 24 gennaio per «l’affidamento del servizio di vigilanza armata delle aree vitali» del Segretariato generale della Difesa e Direzione nazionale degli armamenti, ufficio tecnico armamenti terrestri con sede a Nettuno. Motivo? Qualcuno ha scoperto che quel servizio può ben svolgerlo e gratis (perché già pagato per questo) il personale del ministero della Difesa. Con tanto di militari, stellette, fucili e pistole ben in vista. Altro che vigilantes privati pagati a caro prezzo.