Da guardia giurata alla carta stampata

Cronaca

23/12/2012

Da guardia giurata alla carta stampata

Andrea Del Bue

1356277257680_0.jpgDa guardia giurata, dopo dodici anni alla guida di un blindato portavalori, ha giurato: mai più questo lavoro. L’ha fatto quando sua moglie Kathia ha scoperto di essere in attesa di Alessandro. Era il 2004 e Giovanni Belloni, oggi 42 anni, ha cambiato radicalmente vita, prelevando l’edicola di via Gramsci, famosa per essere l’edicola «dell’ospedale», perché di fronte all’ingresso del Maggiore. «Non facevo piantonamento, ma stavo sopra un blindato che trasportava milioni di euro: un lavoro pericoloso – racconta mentre distribuisce biglietti dell’autobus, quotidiani e riviste di gossip -. Quando è nato mio figlio, la responsabilità ha preso il sopravvento. Poi ho avuto anche un altro figlio; una bimba, Arianna: ha sei anni». Dietro la vetrata, che d’inverno apre e chiude in continuazione, i disegni dei suoi piccoli. E’ per loro che ha scelto di fare otto anni a lavorare tutte le mattine, domeniche comprese. Anche quando si è lesionato il tendine d’Achille, andava in edicola, aiutato dalle stampelle e, all’occorrenza, dai famigliari. Se può, però, fa tutto da solo: «Sveglia alle 5.30, apro alle 6.30 fino a chiusura, alle 19». Quasi tredici ore di lavoro. Pesano, sì; ma gli sforzi sono ripagati da un’attività che regala soddisfazioni. «Innanzitutto bisogna ammettere che il rischio – dice -, visto che possiamo rendere l’invenduto, è quasi zero». E poi c’è la gente: «Loro sono il vero motivo che mi fa dire che questa è una bella attività – ammette -. Dare informazioni, per esempio, può sembrare una rottura di scatole; in realtà a me piace, perché ti permette di dare una piccola mano a persone che hanno bisogno. Certo, è vero anche che, se prendessi soldi per ogni informazione che do, farei un bel business». Poco prima, in effetti, è sembrato più un Punto Tep che un’edicola. «I bus per il centro?», «3,4,5 passano tutti per la piazza, signora». Con un bel sorriso: «Quello, indipendentemente da quale è il tuo stato d’animo, non può mancare mai – sottolinea -. Qui vicino c’è un posto di dolore, non posso essere io quello che nega un sorriso». Alle colonnine del bus, tanta riconoscenza: «Dovrei baciarle, perché mi fanno vendere tanti biglietti. In generale, però, la crisi si fa sentire: la gente spende poco ed è più selettiva nelle scelte». Detto questo, Belloni è ben consapevole di essere in una posizione privilegiata: un quartiere grande, l’ospedale, gli studenti, gli autobus e il passaggio continuo. Del vecchio lavoro non rimpiange nulla, se non «la malattia»: «Ho fatto otto anni ad aprire tutti i giorni, sette su sette. Da quest’anno, almeno la domenica, mi dedico alla famiglia. In questo lavoro, un raffreddore o un’influenza bisogna far finta di non averli». Prima di congedarci, Belloni ci tiene a lasciare un messaggio: «Lo rivolgo ai miei colleghi: teniamo duro, perché la carta stampata, rispetto ad internet, è tutta un’altra cosa. Un grazie enorme, infine, alla mia famiglia, che mi aiuta sempre, e ai miei clienti, che mi fanno sentire parte di un quartiere, di una comunità».

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Da guardia giurata alla carta stampataultima modifica: 2012-12-24T11:45:00+01:00da sagittario290