Assalto portavalori Bergamo, “annullata condanna con rinvio per 4″

Cronaca

15 novembre 2012 17:16

Assalto portavalori Bergamo, “annullata condanna con rinvio per 4″

Giuseppe de Filippo

assaltoportavaloribg.jpgManfredonia – ASSALTO a portavalori nel Bergamasco: “annullata con rinvio ad altra Corte d’Appello” la sentenza di condanna per 4 dei 5 foggiani coinvolti nelle indagini della Procura. Si fa riferimento all’operazione Firestorme della Procura di Bergamo, delle squadre mobile bergamasca e della Sco (servizio centrale di polizia) con 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal Gip Patrizia Ingrasci. 11 in totale le persone interessate dalle accuse degli inquirenti.

In particolare i soggetti condannati (otto anni in abbreviato) erano stati Francesco Massaro, 45 anni di Cerignola, Foggia (l’unico attualmente detenuto e per il quale c’è stata la conferma della sentenza di condanna), Pasquale Murgo 36 anni di Manfredonia ma residente a Milano, Matteo Lombardi, 42 anni di Manfredonia Francesco Scirpoli, 30 anni di Mattinata e Francesco Fiananese, 45 anni di Manfredonia. Come detto, tranne Massaro, tutti i soggetti citati sono stati interessati “dall’annullamento della sentenza di condanna con rinvio ad altra Corte d’Appello di Brescia”.

LE ASSOLUZIONI – Assolti al tempo Mario Scarabino, 39 anni, di Manfredonia, Pio Francesco Gentile, 43 anni, di Mattinata, Vincenzo Fratepietro, 43 anni, di Mattinata, e Paolo Sorbo, 36 anni, di Cerignola, come confermato dai legali.

L’AZIONE – Da quanto emerso, il commando dei criminali aveva agito la sera del 9 giugno 2008, intorno alle 20,40, su un’A4 semideserta, per la concomitante partita tra Italia -Olanda per gli Europei. I rapinatori avevano creato, alle spalle di un furgone di un istituto di vigilanza di Brescia, una barriera per bloccare il traffico, dando alle fiamme alcune auto. Quindi avevano affiancato il portavalori e costretto le guardie giurate a fermarsi, a colpi di mitra, poi fuggendo con un milione e 800 mila euro. Era stato il ritrovamento di due mototroncatrici, grandi e particolari flessibili utilizzati per tagliare le lamiere del furgone portavalori preso d’assalto, a indirizzare gli investigatori. Gli attrezzi erano stati ritrovati nei pressi della ditta di Papaleo, accusato di aver fornito supporto logistico. Dal numero di matricola dei flessibili, gli investigatori erano risaliti al luogo d’acquisto nel Foggiano. Poi seguendo e intercettando Papaleo, gli agenti della Squadra Mobile di Bergamo erano riusciti a risalire agli altri 10 presunti complici. Gli inquirenti, infatti, avevano accertato che gli indagati usavano, esclusivamente per parlare tra di loro del colpo, cinque schede telefoniche, che erano state messe sotto controllo.

Le sentenze del Tribunale. I soggetti citati erano stati accusati di aver fatto parte della banda che avrebbe compiuto l’assalto ad un portavalori, sull’autostrada a4 nei pressi di Seriatea, lo scorso 9 giugno 2008. Uno il rinvio a giudizio, oltre ad un proglioscimento e quattro assoluzioni (“ma con l’equivalente della vecchia insufficienza di prove”).

DUE IMPUTATI AVEVA CHIESTO IL RITO ORDINARIO, PAPALEO RINVIATO A GIUDIZIO, PROSCIOLTO ZINO – Per i due imputati che avevano scelto il rito ordinario: Giuseppe Papaleo, 43 anni, originario di Crotone, era stato rinviato a giudizio, prosciolto invece Paolo Zino, 43 anni, foggiano residente a Milano (dati sentenza odierna: fonte Agi).

Lo scorso 22 ottobre 2010 il Pm Carmen Pugliese aveva chiesto infatti il rinvio a giudizio per undici persone, “accusate a vario titolo di tentato omicidio, rapina aggravata, ricettazione, porto abusivo di armi da guerra”, per aver partecipato all’assalto del portavalori la sera del 9 giugno 2008, “con auto date alle fiamme, traffico bloccato e raffiche di kalashnikov esplose contro guardie giurate e ignari automobilisti (due turisti spagnoli che avevano cercato di forzare il blocco; le pallottole si erano fortunatamente fermate tra le valigie del bagagliaio)”.

Il pm Pugliese aveva chiesto la condanna a 15 anni di reclusione dei due presunti rapinatori, Paolo Sorbo, 36 anni, di Cerignola (assolto) e Francesco Massaro, 45 anni, anch’egli di Cerignola (condannato, giudicato con il rito abbreviato, attualmente detenuto) e il rinvio a giudizio di Giuseppe Papaleo,43 anni, originario di Crotone e titolare di una ditta di autotrasporti a Bolgare (attualmente agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Predore), che come detto ha invece scelto il rito ordinario.

Il pm delle indagini aveva chiesto l’assolutazione per gli altri otto presunti rapinatori: Paolo Zino, 43 anni, foggiano residente a Milano (anche lui ha scelto il rito ordinario – prosciolto), Pasquale Murgo, 36 anni, foggiano residente a Milano (oggi condannato); Matteo Lombardi, 42 anni, di Manfredonia (condannato), ma residente a Malnate (Varese); Mario Scarabino, 39 anni, di Manfredonia, residente a Vedano Olona Varese (assolto); Francesco Scirpoli, 30 anni, di Mattinata (condannato); Francesco Fiananese, 45 anni, di Manfredonia (condannato); Pio Francesco Gentile, 43 anni, di Mattinata (assolto); e Vincenzo Fratepietro, 43 anni, di Mattinata (assolto). La sentenza era stata del giudice dell’udienza preliminare Tino Palestra.

LA PRECEDENTE SCARCERAZIONE DI TRE PUGLIESI – Come confermato dai legali degli uomini, erano stati scarcerati lo scorso 13 novembre 2009 per “insussistenza di gravi indizi di colpevolezza”, dal Tribunale della libertà di Brescia, tre dei cinque indagati dell’assalto del furgone portavalori.

I giudici del riesame avevano dunque già scarcerato Francesco Fiananese, ritenuto colui che avrebbe pedinato per una parte il furgone da assaltare, e difeso dall’avvocato di Foggia Carlo Mari, i montanari Mario Scarabino e Matteo Lombardi, di 38 e 41 anni, residenti tra Manfredonia e la Lombardia. Uomini ritenuti, nel corso delle indagini, tra i componenti del commando che aprì il fuoco contro i vigilantes costringendo così a fermare il blindato sui cui viaggiavano gli stessi. Successivamente, a cura del tribunale della Libertà di Brescia, l’esame del ricorso di un altro cittadino del Gargano, il mattinatese Francesco Scirpoli di 29 anni. Nell’inchiesta gli agenti di Brescia avevano accertato che la banca si era servita di 5 telefonini intestati a prestanome, distrutti dopo il colpo milionario. Dalle analisi delle chiamate era venuti fuori i nomi di Fiananese, Lombardi e Scarabino (gli ultimi due assolti nel maxi-processo alla mafia del Gargano quali affiliati al clan Libergolis). In verità – secondo la tesi difensiva – gli uomini erano in Lombardia non per progettare il colpo ma alla ricerca di un alloggio ad un familiare (Fiananese) e per residenza personale. Nessun “grave indizio di colpevolezza” era dunque emerso a carico dei tre uomini, utile per comprovare la loro carcerazione.

IL LEGALE .”Con l’annullamento della sentenza di condanna e rinvio ad altra corte d’appello di Brescia ci sarà un’ulteriore valutazione delle prcedenti condanne con elementi in precedenza non considerati”, dice a Stato l’avvocato Pietro Schiavone di Manfredonia, legale dell’imputato Murgo.

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