Assalti ai furgoni portavalori: alla sbarra un presunto membro…

Cronaca

Novembre 09,2012

I fatti risalgono al 2002-2006 e il processo è stato aggiornato a fine 2013

509d179cd05bf.jpgNovara – È tornata in Tribunale a Novara la vicenda della banda specializzata in assalti ai furgoni portavalori fra Piemonte e Lombardia, che nel dicembre 2006 portò a nove arresti in flagranza e sul cui conto l’indagine – condotta dalle squadre mobili di Novara, Milano e Lodi e coordinata dal Pm Nicola Serianni – si chiuse definitivamente nell’ottobre 2009 con 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere con accuse che andavano dall’associazione a delinquere, all’omicidio, al tentato omicidio, alla rapina.

Una vicenda complessa e molto articolata, con una serie di colpi – alcuni andati a segno, altri falliti – commessi fra il 2002 e il 2006 e che videro anche la morte di due persone; una guardia giurata uccisa a Pieve di Fissiraga (Lodi) il 2 novembre 2006 a causa di uno speronamento e Salvatore Valuto Sciara, pregiudicato trovato morto nel baule della Passat che aveva affittato per spostarsi dalla Sicilia a Milano e che era rimasto ferito nel corso dello scontro a fuoco scaturito con la polizia nell’assalto fallito al blindato dei “Cittadini dell’ordine”, avvenuto a Novara in via Vanvitelli il 4 marzo 2003. Fu proprio questo episodio a far sì che l’indagine fosse affidata agli inquirenti novaresi. Due anni e mezzo più tardi, precisamente il 3 dicembre 2004, avrebbero colpito a Cressa per un bottino da 2 milioni di euro.

Alla sbarra, attualmente, un unico imputato (altri sono già stati giudicati in altri procedimenti): il 56enne Rocco Ceravolo, autotrasportatore di Marcallo con Casone (Milano), accusato di essere uno dei membri della banda e difeso dall’avv. Paolo De Gasperi. Due le tipologie di indizi a suo carico: i contatti telefonici emersi dai tabulati con, tra gli altri, Salvatore Valuto Sciara e Maurizio Magistrelli, ritenuto il “dominus” dell’organizzazione. Ma anche i riscontri balistici rintracciati su quattro fucili kalashnikov, che a detta degli investigatori collegherebbero Ceravolo a tre tentate rapine: quella di Novara, quella della provincia di Lodi (all’imputato non viene contestato il reato di omcidio) e quella di Moncrivello del 30 novembre 2002. Nessuna traccia di Dna di Ceravolo è invece stata trovata fra il materiale cartaceo né sui guanti sequestrati dagli inquirenti.

Dai fatti contestati sono già passati anni e il processo non terminerà entro breve: è stato rinviato al 25 ottobre 2013; data entro la quale il presidente del Collegio giudicante, Angela Fasano, sarà già stata trasferita al Tribunale civile. L’avvocato difensore dell’imputato ha già acconsentito che il processo possa comunque continuare. Nessun rischio di prescrizione: come è stato detto in aula il reato più vecchio e lieve, fra quelli contestati a Ceravolo, vi cadrà solo nell’ottobre 2021.

Elena Ferrara

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Assalti ai furgoni portavalori: alla sbarra un presunto membro…ultima modifica: 2012-11-10T11:30:00+01:00da sagittario290