Non vuole più la vigilanza, ma deve continuare a pagarla per tre anni

Cronaca

1 ottobre 2012

Non vuole più la vigilanza, ma deve continuare a pagarla per tre anni

Claudia S., di Casale sul Sile, racconta la sua “odissea” per non godere più del servizio di un’azienda mestrina. Le è arrivato un maxi conto per i mesi arretrati per una clausola del contratto

La Redazione

bollette-2.jpgUna società di vigilanza privata che eroga un servizio, a detta dei clienti, scadente. E quando il cliente se ne accorge e decide di recedere dal contratto, la società fa di tutto per rendere la chiusura del rapporto una vera odissea. È quanto è accaduto a Claudia S., di Casale sul Sile, con un’azienda di Mestre, e come a lei ad altre persone che hanno segnalato i problemi con la ditta e hanno chiesto aiuto ad Adico, Associazione Difesa Consumatori.

La signora ha stipulato il contratto con una precedente società mestrina poi confluita in quella esistente l’1 agosto 2004, e ha dato disdetta il 31 gennaio 2009. La motivazione è il cambio di abitazione, ma alla base c’è una generale insoddisfazione per il servizio ricevuto. “Basti raccontare che durante una vacanza in Brasile ci hanno chiamati per segnalarci che avevamo subìto un’infrazione a casa, senza aver nemmeno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine – ricorda la signora trevigiana – al momento della firma del contratto ci avevano poi garantito che le loro auto di pattuglia sarebbero state sempre in circolazione, ma alle parole non sono seguiti i fatti”.

A febbraio i tecnici della società si recano nell’abitazione della signora e tolgono gli apparecchi installati in comodato d’uso ai telefoni: a quel punto la cliente considera chiuso il rapporto con l’azienda. Ma non è così: la signora per tutto il 2009 continua a ricevere le fatture come se beneficiasse ancora del servizio, ma naturalmente non le paga. Da quel momento tutto tace fino alla primavera scorsa, quando le arriva un sollecito di pagamento con tanto di imputazione delle spese legali per un totale di quasi 700 euro. A quel punto la consumatrice di Casale sul Sile si rivolge all’ufficio legale di Adico per diffidare la società dal continuare a chiederle soldi per un servizio di cui non ha beneficiato, pretendendo anche un risarcimento danni. Sotto accusa le condizioni vessatorie per la rescissione del contratto: se la comunicazione non viene inviata entro i tempi previsti dalle clausole, la ditta infatti applicherebbe il contratto in automatico per altri 3 anni.

“È impensabile pagare per un servizio del quale non solo non si è beneficiato, ma per cui si era fatta regolare disdetta – commenta il presidente di Adico, Carlo Garofolini – In questo caso si tratta di contratti in cui le clausole si possono definire vessatorie, in quanto lo sbilanciamento dalla parte dell’azienda ai danni del consumatore è evidente. Il nostro consiglio è quello di leggere sempre con la massima attenzione tutte le parti di un contratto, ricordando che tutto può essere oggetto di accordo e revisione”.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/contratto-vigianza-privata-casale-sile-mestre.html

Non vuole più la vigilanza, ma deve continuare a pagarla per tre anniultima modifica: 2012-10-02T11:30:00+02:00da sagittario290