Minacciava di buttarsi dal tetto della Sapienza

Cronaca

(24 ottobre 2012)

IL CASO

Minacciava di buttarsi dal tetto della Sapienza
“Vessato e trasferito, reintegrate mio figlio”

Il padre di un lavoratore ventiquattrenne della National Service che gestisce i servizi di vigilanza per l’ateneo è salito sopra la facoltà di Lettere con liquido infiammabile e striscioni. “Simone ora è in cura”. Gli studenti che guardano solidali con l’uomo. Transennata l’area. Dopo un’ora, è stato convinto a scendere

di VIOLA GIANNOLI e LORENZO D’ALBERGO

095151172-cf1c25ba-565e-48d3-8d51-28c66f860959.jpgE’ salito sul tetto della facoltà di Lettere della Sapienza con del liquido infiammabile, due striscioni, dei volantini e un piccolo megafono per urlare rabbia e disperazione. E’ il padre di Simone Felici, lavoratore ventiquattrenne della National Service che gestisce i servizi di vigilanza e guardianìa dell’ateneo, che alcuni mesi fa è stato trasferito “nonostante il capitolato d’appalto lo impedisca, per essersi rifiutato di svolgere un altro turno notturno massacrante”.

Poco dopo le dieci, dopo l’azione dimostrativa, l’uomo è stato convinto a scendere dal terrazzo. Ha incontrato dirigenti delle forze dell’ordine e personale dell’università, poi ha ottenuto un incontro in Rettorato ed è stato rassicurato sul futuro di suo figlio.

Per un’ora però il disperato padre ha minacciato “un gesto eclatante”. Nell’ateneo c’è stata grande tensione e decine di studenti e professori hanno assistito alla protesta con il fiato sospeso. Sul posto erano giunti i vigili del fuoco, le ambulanze e le forze dell’ordine. L’area è stata transennata.

Dall’alto, l’uomo ha letto il comunicato firmato dai lavoratori della National Service che solidarizzano con Simone Felici, “vittima di un atto ritorsivo, colpevole di essersi ribellato a vessazioni e illegittamente trasferito a un appalto esterno anche se il capitolato d’appalto ne fa esplicito divieto”. “Un monito per tutti gli altri lavoratori che volevano ribellarsi – si legge ancora nel documento – Questo ha prodotto

gravi conseguenze sull’equilibrio psicofisico e Simone è stato costretto a ricorrere alle cure neuropsichiatriche. La committenza, la Sapienza, malgardo le denunce dei lavoratori circa gli abusi della National Service (turni massacranti, orario spezzato, minacce, buste paga in ritardo, cassaintegrazione anche quando non c’è bisogno) ha mostrato indifferenza continuando a elargire denaro pubblico nei conti della National. Per questo i lavoratori uniti nella lotta, chiedono l’immediato reintegro di Simone e la risoluzione del contratto con la National Service per inadempienza”.

Una volta sceso, dopo l’incontro in rettorato, è stato portando nei locali del commissariato di polizia interno all’ateneo per la rituale identificazione. “Mi è stato promesso che mio figlio verrà reintegrato. Noi veniamo da Subiaco, mio figlio deve venire a Roma con grossi sforzi per lavorare sei ore al giorno per 700 euro al mese e ha un contratto da ‘operaio’ ma in realtà fa tutt’altro. In questo periodo di crisi il lavoro non c’è e quindi siamo anche disposti a questi sacrifici”. “Ringrazio molto i colleghi di mio figlio – prosegue Antonio – per la solidarietà”.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/10/24/news/minaccia_di_buttarsi_dal_tetto_della_sapienza_vessato_e_minacciato_reintegrate_mio_figlio-45200575/

Minacciava di buttarsi dal tetto della Sapienzaultima modifica: 2012-10-25T10:45:00+02:00da sagittario290